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Adempimenti per organizzare le manifestazioni di sorte locali

Domande frequenti

Una associazione di volontariato iscritta al Registro regionale del volontariato che da circa trent’anni organizza, nell’ambito di una festa comunale, una tombola, ha intenzione di realizzare altre manifestazioni di sorte locali ma non sa a quali adempimenti è tenuta. Chiede, quindi, se é cambiato qualcosa alla luce del D.P.R. N. 430 del 26/10/2001 e quali sono gli adempimenti necessari per organizzare tombole, lotterie e pesche o banchi di beneficenza.

Configurazione distribuzione indiretta di utili agli associati

Domande frequenti

Vorremmo capire se per i seguenti 3 eventi la nostra Associazione configura una distribuzione indiretta degli utili ai propri associati, in riferimento all'art. 8 (Destinazione del patrimonio ed assenza di scopo di lucro) del Codice del Terzo settore.

EVENTO A) Una volta l’anno organizziamo un pranzo sociale in cui tradizionalmente l’Associazione offre il pranzo a tutte le persone affette da una determinata patologia, quindi bambini (i cui genitori sono soci) e adulti (che sono soci loro stessi). Tutti gli altri, soci e simpatizzanti, pagano per intero la quota richiesta dal ristorante. Può configurarsi tale prassi come una indiretta redistribuzione di utili e quindi operatività sconsigliata alla luce della Riforma?

EVENTO B) Una volta l’anno organizziamo un'apericena di ritrovo di soci e simpatizzanti per condividere le esperienze, le preoccupazioni e le speranze del nostro gruppo che si “ritrova” intorno ad una complessa patologia cronica. Quindi non si tratta di evento di puro divertimento ma di evento mirato a supportare i soci in un fondamentale momento di condivisione e di sostegno materiale e psicologico. In questo caso l’Associazione si fa carico di tutti i costi dell'apericena e chiede a tutti i partecipanti un contributo volontario che non ci assicura - in linea di principio - la totale copertura dei costi da parte del contributo, con il risultato finale che una quota di spesa può restare a carico dell’Associazione. In questo caso l’aspetto di “evento di condivisione”, in linea peraltro con le finalità statutarie, può metterci al riparo dalla constatazione che questo costo che resta a carico non sia una indiretta redistribuzione di utili?

EVENTO C) Stiamo aggiornando la contabilità dell'associazione e registrando la fattura di acquisto di 43 t-shirt al prezzo di €6,5 cadauna che abbiamo fatto. Le magliette, tutte con il logo dell'associazione, verranno utilizzate come nel passato dai nostri associati per essere indossati sotto il camice, sempre uguali per tutti. Esse permettono che gli associati, in occasione in particolar modo di eventi esterni, abbiano tutti una divisa uguale per consentirci una riconoscibilità sul territorio. Si chiede se anche in questo caso dare le magliette gratuitamente al singolo volontario non sia in contrasto con la norma circa il divieto di distribuzione utili di gestione.

Campagne di sensibilizzazione con raccolta fondi

Domande frequenti

Abbiamo delle domande riguardo le campagne di sensibilizzazione con raccolta fondi:

  1. qual è la differenza tra occasionale e abituale? 
  2. la festa sociale che facciamo a primavera tutti gli anni in quale categoria rientra?  
  3. cosa significa cessione di beni (o offerta di servizi) di modico valore nel rendiconto specifico?
  4. in caso di mercatini o momenti conviviali, tipo una cena per la quale richiediamo un'offerta minima (che non possiamo considerare donazione), occorre sempre fare delle ricevute nominative? O possiamo mettere "la cassetta delle offerte" e fare una ricevuta di incasso finale?
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