Copertura assicurativa di volontari in missione all'estero

Domanda: 

Quali sono le responsabilità e gli adempimenti previsti dalla legge per una associazione non riconosciuta nei confronti di propri associati inviati in missione all'estero, in via esclusivamente volontaria, con la sola copertura delle spese di missione? 
Quale tipo di polizza assicurativa (anche facoltativa) l'associazione potrebbe stipulare a favore dei propri volontari, per offrirgli una copertura per eventuali rischi insorgenti durante la loro missione all'estero?

Risposta: 

Le principali responsabilità della scrivente associazione nei confronti dei propri volontari inviati in missione all'estero riguardano: 

  • le possibili lesioni fisiche subite dai volontari durante lo svolgimento della loro attività che, nei casi più drammatici, potrebbero esporre l'associazione ad elevate richieste di risarcimento da parte dei familiari; 
  • l'eventualità del verificarsi di danni a terzi, compresi gli assistiti e i membri dell'associazione locale, cagionati accidentalmente dai volontari durante l'attività svolta in missione a cui, anche in questo caso, potrebbero seguire richieste di indennizzo anche per somme elevate. 

Si ricorda, a proposito, che la scrivente è una associazione non riconosciuta, quindi non dotata di personalità giuridica, per cui per le obbligazioni (debiti) di carattere patrimoniale risponde in prima istanza – al di là del presumibile modesto patrimonio associativo - il Presidente con il suo patrimonio personale, il quale si può rivalere (in virtù del carattere solidale della responsabilità) su chi ha agito in nome e per conto dell'associazione. 

Nel caso di lievi danni è probabile che i danneggiati, volontari o terzi, non ritengano opportuno richiedere un risarcimento la cui entità sarebbe in ogni modo poco rilevante mentre non è certo che, nel caso in cui un evento accaduto anche all'estero durante un'attività di volontariato internazionale provocasse conseguenze veramente gravi, i danneggiati – anche appartenenti alla popolazione locale – si astengano dal richiedere un indennizzo. 

Si consiglia, pertanto, di predisporre una adeguata tutela assicurativa per la stessa associazione e per i volontari impegnati nel progetto di missione, orientata a coprire i danni più gravi piuttosto che quelli di lieve entità. Si ricorda che, normalmente, la copertura dei grandi rischi poco probabili costa meno in proporzione a quella dei piccoli rischi che accadono più frequentemente. 

E', inoltre, opportuno che sia fatta una analisi accurata delle attività di volontariato all'estero per consentire all'associazione di pagare un giusto premio assicurativo rapportato al rischio effettivo. 
Si deve stipulare con la compagnia assicurativa una polizza specifica con le caratteristiche previste dalle norme e che faccia esplicito riferimento a loro, sia nella definizione della copertura, sia nella parte riguardante la regolazione dei premi in base al registro degli aderenti. 

Infine, riteniamo che l'associazione sia esposta al rischio di danni non specificati dal D.Lgs. n. 117/2017: secondo l'art. 18 di questo decreto, i volontari devono essere assicurati per i rischi connessi all'attività solo nel caso di infortuni, malattie e responsabilità civile verso terzi – che possono comportare rilevanti conseguenze economiche (ad esempio, quelli derivanti dalla conduzione di locali usati per l'attività formativa).

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