‘Vendita’ di oggetti dismessi ricevuti in donazione

Domanda: 

Buongiorno, siamo una ODV che si occupa della distribuzione di generi alimentari e abbigliamento, centro accoglienza e dormitorio per ospitalità temporanea.
Per far fronte alle spese di gestione del centro, manutenzioni e, spesso, per l’acquisto di alimenti da ridistribuire gratuitamente, fino ad oggi abbiamo realizzato dei mercatini occasionali per raccolta fondi mediante la vendita di oggetti dismessi ricevuti in donazione (vestiti, accessori per la casa, giocattoli, bigiotteria, ecc.).
Si presenta ora l’occasione di ottenere in comodato un locale dove avremmo intenzione di proseguire questa attività di “Riciclo della Solidarietà”, al momento, da aprire solo nel fine settimana.
Questa iniziativa rappresenta per noi l’unico mezzo di sostentamento e quindi di vitale importanza in quanto non riusciamo ad ottenere altri contributi.
Non vorremmo, però, che questa fosse identificata come “attività commerciale”, così come indicato nel D.m. 25/05/1995.

Risposta: 

La norma riportata nel D.M. 25/05/1995, relativa alle attività commerciali e produttive marginali delle ODV, é stata ripresa testualmente dal legislatore della Riforma e inserita nell'art. 84 del D.Lgs. n. 117/2017 e ss.mm.
Questa disposizione continua a rappresentare una importante eccezione, e quindi agevolazione tributaria, appannaggio delle sole ODV iscritte, come la scrivente, ai Registri (registro regionale del volontariato, prima e registro unico nazionale del terzo settore ora).

Se i beni sono acquisiti a titolo gratuito (vale a dire, sono donati da cittadini o imprese), questi possono essere ceduti con prezzo libero direttamente dalla ODV (senza alcun intermediario, esempio negozio), anche in forma continuativa (tutti i giorni o i fine settimana).
Condizione importante, affinché i proventi della cessione non siano considerate entrate commerciali, é che la cessione avvenga in locali visibilmente diversi dai negozi commerciali tradizionali. Si consiglia di cedere questi prodotti nelle sedi associative in modo da rappresentare non un esercizio commerciale bensì un luogo in cui il visitatore (non cliente) é invitato ad entrare per conoscere attività e scopi dell'associazione e finanziarla, se crede, con l'acquisto dei prodotti esposti.

Questo può rappresentare uno schema di vendita svolto "senza l'impiego di mezzi organizzati professionalmente per fini di concorrenzialità sul mercato".

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