Fare del bene ha bisogno di pubblicità: comunicazione e marketing per il terzo settore

Mercoledì 7 giugno 2023

Far conoscere le proprie attività ma anche raccogliere fondi e intercettare nuovi volontari: queste sono le tre necessità maggiori delle associazioni alla ricerca di una buona comunicazione.

La pubblicità è un alleato indispensabile per la mission ed i servizi degli enti del terzo settore: niente aiuta di più le associazioni a divulgare e diffondere, a raccontare i progetti, gli eventi e le occasioni lasciando al pubblico il ricordo e la notorietà dell’ente.

Saper comunicare e promuovere l'attività che svolgono ogni giorno i volontari è fondamentale per la vita di ogni organizzazione, grande e piccola. È proprio per questo che Cesvot offre agli enti del terzo settore un servizio gratuito di consulenza e accompagnamento in comunicazione e marketing associativo, perché anche “fare del bene” ha bisogno di pubblicità, come racconta Bruno Lo Cicero, pubblicitario ed esperto di comunicazione sociale e Presidente di Apicom, nell’eBook di Cesvot “15 consigli (e un post scriptum) per promuovere la tua associazione”.
A Bruno Lo Cicero che per Cesvot si occupa della consulenza di comunicazione e marketing dedicata agli ets toscani abbiamo posto alcune domande.

In cosa consiste la consulenza in comunicazione offerta da Cesvot agli ets?
Durante la consulenza, gli ets possono trovare alcune risposte ai loro bisogni di promozione, siano essi semplici (come correggere un depliant, la creazione di un piano editoriale per i social etc) oppure anche molto più complessi. È un percorso di accompagnamento, che li guida a mettere in ordine le loro priorità, li sostiene nella realizzazione degli strumenti, li aiuta a focalizzare un target, un metodo, una strategia. E' anche un esercizio di consapevolezza sull'importanza della comunicazione come strumento di costruzione dell'identità associativa e di aggregazione.

Come fare a raccontare agli altri in modo accattivante "chi siamo"?
In un'epoca dove tutto ormai è raccontato, non c'è un modo più accattivante di un altro. Per essere efficaci dobbiamo avere chiaro noi per primi chi siamo, un lavoro di consapevolezza e di emersione delle parole-chiave, che ci distinguano in un oceano sconfinato di organizzazioni, situazioni, bisogni diversi. Non siamo ancora alla concorrenza di mercato (come nel caso dei prodotti profit) ma è indubbio che il cittadino sceglie chi aiutare o favorire (oppure dove passare il suo tempo) secondo una propria analisi dei bisogni, ed è disposto a pagare un "prezzo" in termini di impegno se le risposte che arrivano dall'associazione  sono coerenti con le sue attese. Quanto più chiara è l'offerta tanto più coerente potrà essere quindi l'adesione, e valorizzare la propria diversità, l'unicità può diventare l'elemento di ingaggio più importante, cioè il personaggio principale del racconto.

Uno strumento vale l'altro? Come fare a scegliere a seconda dei propri obiettivi gli strumenti migliori?
Non esistono strumenti migliori: esistono quelli più adatti a colpire il target, e più coerenti con l'identità dell'ETS, e su quelli bisogna starci (materiali cartacei, gadget, campagne digitali, campagne sui media tradizionali, eventi, etc) . Il digitale, nella sua apparente gratuità, rappresenta un canale privilegiato, ma proprio perché assalito da tutti (enti, aziende profit, politica, cittadini comuni) è estremamente complicato riuscire ad avere risultati, soprattutto se usato sporadicamente e con obiettivi di brevissimo periodo.
E' opportuno inoltre evitare di confondere lo strumento con l'argomento, perché strumenti e linguaggi devono esser coerenti tra loro ma soprattutto con l'identità associativa (in marketing, si definisce così il brand positioning), ed anche con le forze e con i limiti di comunicazione di cui ciascun ente è portatore.
Nella sostanza, ogni strumento può essere insieme adatto o non adatto, ma l'importante è che la visione e l'impegno siano di tipo strategico (costanti e di medio-lungo periodo), perché la somma delle singole azioni di comunicazione costruisce comunque nel tempo una certa riconoscibilità (che nel mondo moderno equivale anche a credibilità).
 

Foto in alto di Federico Barattini - Ginger Zone - Progetto Cospe

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