Fonte Vita.it
Hildegard von Bingen diceva che non possiamo vivere in mondo interpretato per noi dagli altri, perché «un mondo già interpretato non è casa». Questa citazione è di Andrea Cardoni e la trovate nel capitolo 3 di Volontario, perché lo fai?, il nuovo numero di VITA dedicato ai volontari e alle volontarie d’Italia.
Per Cardoni i volontari hanno un modo specifico «di stare al mondo», che è «interpretare il mondo in prima persona, con una chiave di interpretazione diversa dal resto del mondo, un modo di fare e di stare al mondo a volte sconclusionato o disordinato, ma sempre implicato, radicato, colorato, attento». È un invito bellissimo per la presentazione del numero di VITA, che faremo a Firenze mercoledì 19 novembre, a partire dalle ore 18, ospiti di Fondazione CR Firenze (Innovation Center, Lungarno Soderini 21). La partecipazione è gratuita, clicca qui per prenotare il tuo posto.
Con noi ci saranno proprio i volontari – in particolare quelli di Andrea Bocelli Foundation, Cesvot, Anpas e Misericordie – che dialogheranno con Riccardo Guidi, professore associato in Sociologia generale al Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Pisa, con Andrea Cardoni, che fa parte di un’associazione che si occupa di soccorso e protezione civile e con Fandango ha appena pubblicato La parte migliore del paese, un romanzo distopico che ha per protagonista proprio un volontario e con Sara De Carli, caporedattrice di VITA.
Dammi tre parole
Tre le parole che accompagneranno la serata, offerte come provocazione proprio ai volontari: è di loro che vogliamo metterci in ascolto! La prima parola è “frustrazione”, che che Guidi ha indicato come “motore del volontariato” di oggi: nella ampia gamma di reazioni che si possono avere alla frustrazione, che vanno ve ne sono di disumane e di distruttive, mentre «il volontariato è da sempre una delle più preziose strategie collettive per reagire alla frustrazione attraverso la cura», scrive.
La seconda parola è “mondo”, scelta da Cardoni: «Per mantenersi implicati non si può ignorare il mondo, bisogna raccapezzarcisi. È nel mondo che il volontario trova le soluzioni per il mondo», dice. Nessun mondo a parte, niente angeli – che siano del fango o d’altro – ma gente appassionata della realtà e degli altri. Non a caso, in un altro punto del magazine, la professoressa Elena Marta parla del volontariato come uno «stare appresso alla vita, per quello che è».
La terza parola è “nonostante”, che rappresenta il fil rouge del numero e segna anche la risposta che il volontariato è: dinanzi al senso di impotenza così diffuso, i 4,7 milioni di volontari sono l’antidoto al cinismo, alla rassegnazione, all’inazione, alla disperazione. Perché “nonostante tutto” hanno trovato il senso per cui dire “noi ci impegniamo”.
Chiuderanno la serata i presidenti di alcune delle maggiori organizzazioni e reti di volontariato della Toscana. Vi aspettiamo mercoledì 19 novembre alle ore 18, all’Innovation Center di Lungarno Soderini 21.

