Riforma terzo settore: pubblicati i decreti su 5xmille, impresa sociale e codice terzo settore

Lunedì 21 agosto 2017

Pubblicati in Gazzetta Ufficiale gli ultimi tre  decreti attuativi della riforma del terzo settore (legge delega 106/2016), approvati lo scorso 28 giugno dal Consiglio dei ministri.

Si tratta dei decreti sul codice del terzo settore, sull'impresa sociale e sulla nuova disciplina del cinque per mille.

Il ministro del Lavoro e delle politiche sociali Giuliano Poletti, affiancato dal sottosegretario Luigi Bobba, ha sottolineato in una conferenza stampa che i provvedimenti riguardano 300 mila associazioni, 1 milione di lavoratori, oltre 5 milioni di volontari. E che si tratta di "un riconoscimento politico e normativo a questo grande mondo", volto a "superare la frammentazione della normativa e a introdurre elementi di innovazione".

Tuttavia, come si legge sul sito di Csvnet, prima che facciano sentire i loro effetti ci saranno decine di decreti ministeriali e di scadenze. Saranno molti infatti i passaggi da compiere prima che quanto previsto dalla riforma diventi effettivo.

Carlo Mazzini di Quinonprofit.it ha calcolato che dovranno essere stilati ben 31 decreti ministeriali e che ci saranno varie altre scadenze da rispettare.

Di particolare interesse per il sistema dei Centri di Servizio per il Volontariato il decreto sul Codice del Terzo Settore che al Capo II, articoli 61-66 introduce nuove e importanti novità circa l'accreditamento dei Csv, il loro finanziamento, funzionamento e controllo.

Di seguito alcune delle norme più significative riguardanti i Csv:

[art. 61, comma 1, lettera a, d, f]
Possono essere accreditati come centri di servizio per il volontariato, di seguito CSV, gli enti costituiti in forma di associazione riconosciuta del Terzo settore da organizzazioni di volontariato e da altri enti del Terzo settore, esclusi quelli costituiti in una delle forme del libro V del codice civile, ed il cui statuto preveda: 
a) lo svolgimento di attività di supporto tecnico, formativo ed informativo al fine di promuovere e rafforzare la presenza ed il ruolo dei volontari negli enti del Terzo settore.
(...)
d) l’obbligo di ammettere come associati le organizzazioni di volontariato e gli altri enti del Terzo settore, esclusi quelli costituiti in una delle forme del libro V del codice civile, che ne facciano richiesta, fatta salva la possibilità di subordinare il mantenimento dello status di associato al rispetto dei principi, dei valori e delle norme statutarie (art. 61, lettera d).
(...)
f) l’attribuzione della maggioranza di voti in ciascuna assemblea alle organizzazioni di volontariato.

[art. 63, comma 1]
I CSV utilizzano le risorse del FUN loro conferite al fine di organizzare, gestire ed erogare servizi di supporto tecnico, formativo ed informativo per promuovere e rafforzare la presenza ed il ruolo dei volontari negli enti del Terzo settore, senza distinzione tra enti associati ed enti non associati, e con particolare riguardo alle organizzazioni di volontariato.

Illustrando le principali novità dei crecreti, Bobba ha affermato che “per la prima volta abbiamo una definizione di cos'è il terzo settore. Fino ad ora era solo una formula sociologica descrittiva. Ora è riconosciuto dalla legge: l’architrave di questa regolamentazione è in un unico registro del terzo settore. Fino ad oggi ce n'erano tanti, la situazione non era trasparente, qualche volta era anche opaca. Da quando sarà avviato il registro ci sarà un unico punto di riferimento, gestito dalle regioni su un'unica piattaforma nazionale. Questo significa più trasparenza e informazioni più ricorrenti. E per le istituzioni una migliore conoscenza dei soggetti a cui si erogano i fondi".

Inoltre la legge, come ha sottolineato il sottosegretario Bobba durante la conferenza stampa, "ha una dotazione di 190 milioni di euro che nei diversi decreti sono stati per il 60% dedicati agli incentivi di carattere fiscale. Per le organizzazioni di volontariato, ad esempio, per ogni 100 euro di donazione, fiscalmente ne ritorneranno 35". Ci sarà "quindi un fondo per i progetti innovativi" che per il primo anno avrà una dotazione pari a 65 milioni.

Riguardo il decreto sull’impresa sociale Bobba ha evidenziato quattro punti salienti: ampliamento dei campi di attività; la possibilità di fare una parziale ridistribuzione degli utili; l’entrata nella governance delle imprese sociali, seppure in quota minoritaria, anche di soggetti profit e di enti pubblici; nuovi incentivi fiscali per le aziende ad investire nelle imprese sociali.

La riforma del 5 per mille, la cui copertura ammonta a 500 milioni strutturali, prevede infine “un meccanismo di erogazione più veloce", al posto della media di quasi due anni previsti al momento; “una diversa ripartizione delle risorse in modo da evitare distorsioni”; e “un meccanismo di trasparenza in base al quale i beneficiari dovranno rendere conto con una informazione sostanziale di come impiegheranno le risorse che il cittadino destina loro”.

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