Il senso della parola prossimità nell’agire del volontariato

Giovedì 19 maggio 2022

Di Giulio Sensi - CSVnet

Foto di Daniela Pasquetti © Progetto FIAF-CSVnet “Tanti per tutti. Viaggio nel volontariato italiano”

“Fare volontariato è una scelta, significa mettersi in gioco. È una scelta in controtendenza, quella di vivere la prossimità in un tempo di incertezze e incognite. Un tempo in cui il volontario è anzitutto un osservatore dei processi antropologici”.

È stata una riflessione profonda sul senso di fare volontariato oggi e di vivere la prossimità nei territori in cui si opera quella di Antonia Chiara Scardicchio, docente di Pedagogia Generale e Sociale all’Università di Bari. Chiamata da CSVnet a riflettere proprio sul tema della prossimità, Scardicchio ha proposto un viaggio nella profondità dell’animo umano, una lettura in controluce con le tendenze dell’epoca in cui viviamo. L’incontro, a cui hanno preso parte più di 160 persone, si è svolto lunedì 16 maggio ed ha inaugurato una serie di quattro webinar sui temi strategici di sviluppo del volontariato e del sistema dei Csv che CSVnet a voluto condividere con tutta la rete dei Centri e i principali stakeholder su scala locale e nazionale.

È stata la presidente di CSVnet Chiara Tommasini ad introdurlo, ricostruendo il percorso, denominato “Fare bene insieme, consolidare ed evolvere” che CSVnet stesso sta portando avanti da alcuni mesi per rafforzare il sistema dei Csv a sostegno del volontariato italiano.

“Il nostro obiettivo – ha detto Tommasini- è andare a ridefinire il ruolo del Csv come Agenzie di sviluppo di prossimità, mettendo insieme il radicamento e le specificità territoriali con l’integrazione nazionale”.

Per fare questo CSVnet ha focalizzato quattro temi chiave (prossimità e territoriovolontariatoorganizzazione e diversità e differenze) e chiesto ad alcuni esperti esterni un punto di vista per arricchire la discussione ed elaborare poi un documento che orienti la discussione per la programmazione futura. È stato poi Francesco D’Angella dello Studio Aps a focalizzare l’obiettivo dell’incontro.

“Il significato della parola è stata resa evidente con l’esperienza che abbiamo fatto con la pandemia che ha rimesso di nuovo in luce il valore sociale della prossimità. Molte esperienze di volontariato si sono costruite all’interno di questa prossimità che ha il significato della vicinanza, ma allo stesso tempo dell’unità perché ci sentiamo prossimi a qualcuno che avvertiamo come affine”.

Grande interesse poi per la presentazione di Scardicchio che ha portato un punto di vista originale, approfondendo il tema della “postura estetica nel lavoro sociale” e prima ancora raccontando e interpretando l’impoverimento dei processi di metacognizione, una sorta di “nuova preistoria” (citando Edgar Morin) a cui stiamo assistendo nella visione e considerazione dell’altro. Scardicchio ha proposto il tema dell’exotopia che oltrepassa quello dell’empatia in quanto l’altro è riconosciuto come portatore di una prospettiva autonoma.

“L’uscita del sé come centro - ha commentato -, l’uscita dal narcisismo dell’io che vuole giocare soltanto il suo gioco”. “A che gioco stiamo giocando è allora forse una buona domanda filosofica da affiancare a quella progettuale nel lavoro sociale. Ogni operatore sociale esplora domicili che non sono i suoi. Nel non conosciuto rispondiamo col chiuso o con l’aperto?”.

Un modo nuovo, diverso, di leggere il volontariato e l’impegno sociale che ha dato vita ad un ampio dibattito aperto da Paola Capoleva, presidente del Csv Lazio e componente del Consiglio Direttivo di CSVnet, a cui hanno partecipato anche, fra gli altri, il presidente di Cesvot, il Csv della Toscana, Luigi Paccosi, la presidente del Csv Lombardia Sud Maria Luisa Lunghi e quello del Csv Abruzzo Casto Di Bonaventura. Capoleva, che ha coordinato il dibattito, ha ricordato le tante iniziative sulla prossimità che in questi anni sono state messe in campo in tutta Italia, “un arcobaleno di diversi punti di vista su questo tema" - ha ricordato Capoleva -. "Da chi - ha aggiunto - attraverso un’associazione di terzo settore vuole avvicinare l’altro, o gli altri, o le istituzioni in un rapporto, in una relazione di vicinanza e di prossimità. Anche per pensare ad una prossimità con le istituzioni con cui dobbiamo sempre immaginare forme di collaborazione. Un movimento del fare assieme che ci insegna che bisogna coltivare la fiducia nella speranza”.

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