Emergenza Covid e Terzo settore, indagine Cesvot: Lucca città toscana meno colpita ma oltre il 65% degli enti hanno ridotto o sospeso l'attività, l'11% ha chiuso. 

Martedì 15 settembre 2020

La pandemia Covid 19 fa sentire i suoi effetti sul Terzo settore: Lucca è la città toscana che ha risentito meno dell'emergenza sanitaria, ma oltre il 65% degli enti ha ridotto, annullato o sospeso l'attività, e uno su 10 ha chiuso definitivamente. E' il quadro che emerge dall’indagine condotta da Sociometrica per conto di Cesvot, dedicata a valutare l’impatto dell’epidemia sugli enti del Terzo settore in Toscana.
A pesare è soprattutto la mancanza di risorse economiche: il 13% degli enti si trova in una situazione economica gravissima, avendo perso gran parte delle risorse di cui disponeva. Il lavoro degli enti del Terzo settore è fondato sul volontariato, perciò sulla capacità e disponibilità delle persone, come decisione liberamente presa, di servire e aiutare chi ha più bisogno. E questa disponibilità non è stata scalfita dell'emergenza: il 32% delle associazioni lucchesi non ha problemi a trovare volontari. Ma l'8% ha difficoltà a farli lavorare con gli attuali protocolli di sicurezza. E per il futuro? La sensazione che tutto sarà “molto più difficile” preoccupa il 20% dei responsabili del Terzo settore lucchesi. 
L’indagine, accanto alle forti difficoltà economiche, ha messo in evidenza anche la grande capacità di resilienza delle associazioni, totalmente determinate a continuare le attività, nonostante la crisi di oggi.
Per altro, siamo in questo momento davanti a una riconsiderazione di tutto il welfare, dovuto all’emergenza post-Covid. Le associazioni, secondo gli esiti della ricerca, sono pronte a integrare i loro servizi a quelli pubblici per dare ai cittadini toscani servizi sanitari e di assistenza sempre migliori.
Quale futuro vedono di fronte a loro gli ets toscani? Federico Gelli, presidente di Cesvot, è comunque ottimista: “Sono convinto che ci sia spazio per riconsiderare molti aspetti della vita collettiva, dalla riorganizzazione dei servizi socio sanitari e di assistenza, all’utilizzo delle nuove tecnologie. L’esperienza della pandemia reclama più sanità, più servizi, più assistenza, più sociale e non possiamo farlo senza il contributo del terzo settore. La politica non potrà rispondere a questa esigenza senza un’alleanza con gli enti del terzo settore. Consegniamo alla nuova classe dirigente di questa Regione tutti gli strumenti necessari perché ciò avvenga: in ultima la neonata legge regionale sul Terzo settore che sancisce e legittima il ruolo degli ets nei percorsi di co-programmazione e co-progettazione con le amministrazioni pubbliche. Da qui dobbiamo ripartire”.
Anche Antonio Preiti, direttore di Sociometrica, sottolinea la forza dell’associazionismo toscano: “Con questa indagine abbiamo scoperto che il terzo settore è stato colpito al cuore, perché la sua filosofia è la vicinanza sociale, non la distanza. La resilienza dei volontari è però più forte delle conseguenze dell’epidemia. Questo è l’asset fondamentale per un futuro da protagonista della società civile”.
Gianluca Mengozzi portavoce del Forum Regionale Terzo Settore, esprime preoccupazione: “Il danno che il virus sta producendo alle attività del Terzo Settore toscano è molto grave e non si è esaurito con la fine del lockdown. Molte attività sono tutt’ora sospese, altre si svolgono ma con le gravi difficoltà indotte dal necessario rispetto delle misure di contenimento; si tratta di una situazione che continua a dissuadere una parte della cittadinanza dalla partecipazione agli eventi collettivi, e che impedisce il lavoro di animazione sociale di volontari e militanti. Intere stagioni di attività culturali, di intrattenimento, di educazione, musicali e sportive sono state annullate, con un grave danno economico per le migliaia di organizzazioni che sostengono la propria azione sociale con l’autofinanziamento.Non possiamo dare per scontato che quando tutto questo finirà ritroveremo intatta la grande ricchezza di associazioni e cooperative: per questo è importante che le istituzioni si prendano cura dell’insostituibile risorsa costituita dal Terzo settore toscano.”

I risultati dell’indagine sono disponibili su www.cesvot.it e in allegato.

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