5 dicembre, Giornata internazionale del volontariato

Lunedì 5 dicembre 2022

Lunedì 5 dicembre si celebra la 37ª Giornata internazionale del volontariato indetta dall’Onu.  La campagna che quest'anno l’Onu ha lanciato per celebrare la ricorrenza, sceglie come slogan Solidarity through volunteering. “Per il futuro del nostro pianeta, dobbiamo agire insieme e dobbiamo agire ora. Questa non è un'era in cui stare da soli, ma insieme, come uno, solidali gli uni con gli altri” si legge sul sito dell’UNV (United Nations Volunteers), che coordina ogni anno la giornata del 5 dicembre per riconoscere e promuovere il lavoro instancabile dei volontari in tutto il mondo. “Le crescenti disuguaglianze nel mondo esigono la necessità di lavorare insieme per trovare soluzioni comuni. I volontari, uniti dalla solidarietà, sviluppano soluzioni a sfide urgenti per lo sviluppo e per il bene comune”, si legge ancora.

In occasione di questa giornata, collegandoci al tema scelto quest’anno dall’Onu, abbiamo raccolto la testimonianza dell’associazione Incontriamoci sull’Arno che nasce dall’esperienza all’interno di un centro diurno della psichiatria di Firenze con l’idea di combattere lo stigma della malattia mentale, favorendo inclusione e coinvolgimento sul territorio. L’associazione nasce nel 2022 e le sue attività aumentano sempre più arrivando al progetto della portineria di quartiere di San Frediano, vero e proprio esempio di welfare di comunità. Nata tre anni fa, la portineria di quartiere è stata recentemente presentata, grazie alla segnalazione di Cesvot, nell’ambito del convegno “Prendersi cura della comunità” a Venezia che ha mappato i progetti di portierato di quartiere a livello nazionale, invitando il presidente Massimo Niccolai a condividere l’esperienza fiorentina.

 

Di cosa si occupa la portineria di quartiere dell’associazione Incontriamoci sull’Arno?

“L’idea che ci ha motivato è stata quella di fare qualcosa che saldasse lo scambio e la conoscenza del nostro quartiere di San Frediano, che è un quartiere storico di Firenze che sfugge al turismo più omologante, perché ancora abitato da tanti residenti. La portineria è un punto di riferimento in cui è possibile avere informazioni sui negozi di prossimità, avere aiuto con la spesa, con le pratiche burocratiche, dalla posta allo spid, un punto di raccolta spedizioni, ma anche una biblioteca condivisa, un luogo che offre primi servizi di avvocatura, uno sportello di prima accoglienza e orientamento, un luogo di incontro vissuto e aperto a tutti.

Da noi vengono residenti, turisti che vogliono conoscere il quartiere, si creano relazioni, collaborazioni, siamo legati a tante altre associazioni con le quali realizziamo iniziative e progetti. Siamo nati dall’esperienza del centro diurno psichiatrico di Firenze e ancora oggi rimane salda la nostra collaborazione con loro. Nel frattempo ci siamo allargati anche all’esperienza del doposcuola che rivolgiamo a studenti di elementari e medie. Incrociamo i bisogni delle famiglie fiorentine e straniere, i nostri doposcuola sono un incontro di culture di tutto il mondo”.

 

Quali sono le motivazioni che vi hanno spinto?

“La motivazione nasce dalla volontà di creare comunità, cercare di vivere insieme uno spazio diverso, che faccia riscoprire le storie, i talenti e li metta a contatto con vari tipi di bisogni. Stiamo collaborando con altri quartiere fiorentini per condividere la nostra esperienza e cercare di favorire la nascita di nuove portinerie di quartiere in città. Una portineria di quartiere non è solo un servizio che aiuta chi ha bisogno o si trova in una condizione di potenziale fragilità. Mettendo insieme informazioni e segnalazioni, conoscendo nuove storie di chi i luoghi li abita si combatte ogni tipo di solitudine e si costruisce solidarietà”.

(La sede del portierato di quartiere dell'associazione Incontriamoci sull'Arno)

A questo link alcuni dati sul terzo settore in Toscana.

Foto in alto di Lucio Governa © Progetto FIAF-CSVnet “Tanti per tutti. Viaggio nel volontariato italiano”

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