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In Toscana il 42% dei soggetti che si occupano di cooperazione allo sviluppo sono organizzazioni del Terzo settore, il 28% sono enti pubblici (dati Scuola Superiore S.Anna – Regione Toscana). Nell’ambito del Terzo settore l’83% è rappresentato da onlus. Le associazioni di volontariato toscane che svolgono attività di solidarietà internazionale sono circa 200 (leggi Non solo numeri). Tante, ma soprattutto nevralgiche nella catena degli interventi di solidarietà internazionale. Perché ogni soggetto deve giocare la sua parte.

Noi sappiamo, da anni, che il volontariato rischia di essere l’anello debole di questo sistema, per fragilità organizzative ed economiche. Eppure è un ingranaggio fondamentale per la sensibilizzazione della popolazione, per la promozione di buone cause, per sollecitare i cittadini ad impegnarsi, per l’informazione all’opinione pubblica.

Ecco perché Cesvot ha attivato con Arci Toscana un progetto che, sulla scorta delle conoscenze raccolte attraverso la ricerca svolta con l’Università di Siena “Volontariato senza frontiere” vuole sostenere, potenziare e coordinare tutte quelle realtà di base, espressione della società civile, che si occupano di volontariato e solidarietà internazionale.

Sono associazioni che soffrono, più di altre, la frammentazione. Le conseguenze sono facilmente immaginabili: dalla incapacità di fare rete alla debolezza di intercettare finanziamenti, comprese le opportunità che Cesvot offre loro. E poi, la poca capacità di proposta unitaria: lavorare insieme e costituirsi come gruppo rende più forti ed efficaci le proposte nei confronti dei diversi portatori di interesse.

Ancora: facilitare l’accesso a percorsi formativi; alle partnership per accedere ai finanziamenti europei nonché poter attivare campagne di sensibilizzazione comuni. Per questo, e per tutte le esigenze specifiche che emergeranno strada facendo, il progetto che Cesvot ha attivato insieme ad Arci Toscana vuole essere una risposta concreta e competente.

Foto di Paolo Patruno.

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