Gli approfondimenti di Cesvot

Il volontariato dei beni culturali e l’esperienza della Magna Charta

A partire dal 2008, grazie anche alla collaborazione con la Federazione Toscana Volontari Beni Culturali, il Cesvot ha sostenuto momenti di riflessione e confronto sul territorio con lo scopo di rafforzare la visibilità delle associazioni e la loro capacità di fare rete. Una prima importante tappa di quel percorso è stato il convegno “Il volontariato nei beni culturali: lo stato dell’arte in Toscana”, promosso nel 2009 all’interno di Lubec - Lucca Beni Culturali.

Quella prima significativa presenza del volontariato toscano al salone Lubec ha segnato anche l’avvio della collaborazione con la Fondazione Promo PA, la Regione Toscana e la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici. Nel 2010, infatti, abbiamo attivato nelle nostre Delegazioni territoriali un percorso di riflessione e ascolto delle associazioni di volontariato per capire come rendere più efficace e incisivo il rapporto tra volontariato dei beni culturali e istituzioni.

Da quell’esperienza, presentata a Lubec 2010, è emersa una necessità e volontà comune: realizzare, in modo condiviso e partecipato, delle linee guida che contribuissero a sostenere e regolamentare la collaborazione tra volontariato ed istituzioni. Il Cesvot ha sostenuto con convinzione quel percorso che ha portato alla realizzazione della Magna Charta del Volontariato per i Beni Culturali, di cui pochi giorni fa abbiamo presentato i primi risultati alla settima edizione di Lubec.

Scopo della Magna Charta è favorire il riconoscimento, la programmazione e l’organizzazione dell’attività del volontariato dei beni culturali e integrare la sua azione con quelle delle istituzioni statali e locali attraverso un progetto pilota che possa costituire un modello replicabile ed esportabile. Il documento potrà essere recepito e fatto proprio da enti e associazioni che potranno, se vorranno, adattarlo ad esigenze specifiche.

width=300Un volontariato dei beni culturali più forte e organizzato significa anche cittadini e istituzioni più consapevoli e attente alla tutela del nostro patrimonio culturale.
In Italia la prima associazione ad occuparsi di beni culturali senza scopo di lucro è stata la Società Tarquiniense d’Arte e Storia fondata a Tarquinia nel 1917. Dobbiamo però aspettare l’alluvione di Firenze del 1966 per il primo grande intervento di volontari a salvaguardia dei beni culturali e gli anni ’80 perché il volontariato trovi un primo riconoscimento da parte delle istituzioni.

Oggi il "volontariato per l’arte” è una realtà importante e diffusa sul territorio nazionale e regionale: in Toscana sono oltre 300 le associazioni di volontariato impegnate nella promozione e nella tutela del nostro patrimonio culturale. Grazie all’azione quotidiana di volontari qualificati e motivati il volontariato dei beni culturali contribuisce all’apertura di musei, chiese e aree archeologiche, alla conservazione di monumenti e opere d’arte, alla creazione di archivi e biblioteche e più in generale alla salvaguardia dell’arte e della storia del nostro Paese.

Se il volontariato culturale in Toscana è così organizzato e diffuso sul territorio, ciò si deve anche alla capacità delle associazioni di attivare sinergie con istituzioni statali, enti locali, università e soprintendenze. Un aspetto, quello della collaborazione tra enti pubblici e associazioni – nella chiarezza delle competenze e dei ruoli di ciascuno - che crediamo fondamentale e al quale abbiamo dedicato grande attenzione.

Fino ad oggi il Cesvot ha sostenuto 220 corsi di formazione per volontari in ambito culturale e 76 progetti d’intervento con il bando “Percorsi di Innovazione”. Da alcuni esperienze formative e progettuali sono nate anche delle pubblicazioni edite da Cesvot in Briciole.

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