La campagna del mese

Vuoi il mio posto? Prenditi il mio handicap!

Per questa nuova puntata, abbiamo scelto una campagna “di coraggio”, che ci fa davvero riflettere, che usa modi espressivi che noi pubblicitari italiani di solito evitiamo nel comunicare le problematiche sociali.

Questa campagna parla in modo disincantato, provocatorio e forte; normalmente questo tipo di linguaggi pubblicitari appartiene alla cultura di advertising anglosassone (più in generale del Nord Europa), latina (Brasile e Argentina in testa), e asiatica (l'India in questi anni ha fatto passi da gigante anche su questo fronte).
Non a caso le agenzie di queste nazioni sono sempre pluri-premiate ai vari Festival della creatività internazionali.

E' inoltre un esempio di come una agenzia di pubblicità, entità economica votata al profitto utilizzando la comunicazione, possa mettere la sua competenza al servizio del sociale “senza se e senza ma”.

Incipit, agenzia di comunicazione integrata di Trieste ha deciso di impiegare diversamente il budget dei classici regali natalizi aziendali per promuovere una campagna di sensibilizzazione sul problema contro il quale devono spesso combattere i portatori di disabilità: l'inciviltà e la leggerezza di chi occupa abusivamente i parcheggi riservati ai disabili.

A noi italiani spesso manca il coraggio, la nostra comunicazione su temi ‘duri' è troppo leggera; si filtra tutto con il buonismo (politically e socially correct) anche quando i comportamenti da sanzionare sono assolutamente “scorrect”.
Si cerca di toccare le corde dei temi difficili, ma spesso si finisce in una carezza. In pubblicità una carezza equivale ad un contatto sprecato, alla non comunicazione.

“Vuoi il mio posto? Prenditi il mio handicap!” dimostra che per colpire comportamenti scorretti, bisogna usare la stessa durezza degli stessi comportamenti scorretti, quasi un “occhio per occhio, dente per dente”, la pubblicità educatore rigoroso e inflessibile.



La sintesi è brutale, ottenuta con un semplice schema “domanda-risposta”, con la “possibilità interattiva” di opzioni provocatoriamente e volutamente dure.
Si rischia il nonsense, un calembour tragico, grottesco e ironicamente cinico; ma il linguaggio e l'obiettivo sono coraggiosi, e proprio per questo il risultato merita la menzione, e l'attenzione.

Ecco quindi l'angolo delle regole: non abbiate paura di osare, comunicate anche con durezza. Solo la durezza è amica della chiarezza, e non c'è chiarezza se nel messaggio edulcoriamo i toni, alleggeriamo i concetti, diluiamo il messaggio.
Problema duro, risposta dura: vogliamo che l'opinione pubblica rifletta, che modifichi i suoi comportamenti sbagliati ? Gli va detto secco, con un pugno nello stomaco, con quella didascalia pragmatica e cattiva che viene solo da coscienze ferite veramente dal problema.

Questa campagna lo fa; la meccanica dei flyers da mettere sulle macchine è inoltre un guerrilla advertising modernissimo, uptodate e ancora una volta estremamente coraggioso.
Modernità, linguaggio chiaro, meccanica semplice e coraggio: quattro ingredienti per un risultato da 10 e lode.

Alla prossima, e… fate pubblicità.

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