Non solo numeri

Volontariato e salute mentale

In Italia oltre 8 milioni e mezzo di persone hanno sofferto di un disturbo mentale nel corso della propria vita. In Toscana sono 100mila i cittadini in carico ai servizi di salute mentale, tra cui 27mila minori; 17mila le persone con disturbi psichici ricoverate in strutture ospedaliere, 9mila sono donne. La maggioranza è celibe o nubile ed ha tra i 25 e i 44 anni (vedi La salute mentale in cifre, Ars Toscana 2010).

Sicurezza dei pazienti, informazione, umanizzazione delle cure, inserimento lavorativo, accesso alle cure, raccordo tra i servizi socio-sanitari, rapporto con le famiglie e la comunità. Questi gli ambiti più critici della salute mentale in Italia secondo un recente rapporto di Cittadinanzattiva (Audit civico area salute mentale) e secondo il volontariato di salute mentale che nel 2008 ha lanciato il Manifesto “Ogni persona per ciò che è nel rispetto della propria dignità e nella libertà”.

In Toscana il volontariato di salute mentale conta oltre 100 associazioni (banca dati Cesvot). Firenze, Pistoia e Lucca le provincie con il numero più alto di associazioni. Tre i coordinamenti regionali: il Coodinamento Unasam Regione Toscana, la Rete Regionale degli Utenti Psichiatrici e il Coordinamento toscano delle associazioni per la salute mentale che, costituitosi nel 1993, ad oggi conta 30 associazioni di familiari e utenti. In occasione della Giornata mondiale della salute mentale, il Coordinamento organizza il 29 novembre a Firenze il convegno “Quanto la persona è al centro della sua cura?”*.

Negli ultimi dieci anni Cesvot ha patrocinato 120 eventi e sostenuto oltre 60 progetti tra corsi di formazione e progetti di intervento sociale nell'ambito della salute mentale promossi da altrettante associazioni di volontariato. Grazie al bando “Percorsi di Innovazione”, Cesvot ha finanziato progetti per oltre 400mila euro, grazie ai quali sono stati attivati servizi socio-assistenziali, iniziative di sensibilizzazione, percorsi di inserimento lavorativo, interventi a sostegno dell'autonomia e dell'integrazione sociale.

Come il progetto di agricoltura sociale promosso dall'associazione Vivere Insieme di Arezzo, che offre a persone con disagio psichico percorsi di reinserimento sociale e lavorativo all'interno di un'azienda di agricoltura biologica. Mentre con “Famiglie difficili” l'associazione Vivere Insieme ha pensato ad un percorso formativo che offrisse a familiari e volontari strumenti e conoscenze per affrontare il disagio mentale in ambito familiare.

Sostenere le famiglie che vivono il disagio mentale rappresenta, infatti, una delle principali attività delle associazioni che a questo scopo organizzano numerosi corsi di formazione, come quelli dell'associazione Fenice-Familiari Salute Mentale di Firenze, di Diapsigra-Difesa Malati Psichici gravi di Prato o dell'Anffas di Livorno. A Pistoia, invece, l'associazione Oltre l'orizzonte ha dedicato un progetto al rapporto madre-figlio e al vissuto delle madri di persone con disturbi psichici, da cui è nata anche un libro di testimonianze dal titolo Donne e madri. Percorsi di dolore e d'amore.Favorire la socialità e l'integrazione è un altro grande impegno del volontariato e molto sono le associazioni che promuovono attività culturali, artistiche e sportive. Come l'associazione polisportiva Aurora, fondata a Prato nel 1994 da operatori ed utenti del servizio di salute mentale che organizza tornei di calcio e pallavolo, escursioni, laboratori di pittura e musica, pet therapy, ortocultura perché tutti possano essere “protagonisti del proprio tempo libero”.

Un importante ruolo nel processo di “guarigione sociale” delle persone con disagio psichico è svolto dai gruppi di auto aiuto che negli ultimi anni - anche grazie alle associazioni di volontariato - hanno conosciuto un grande sviluppo. Da una ricerca condotta dal Coordinamento toscano gruppi di auto aiuto e promossa da Cesvot risulta, infatti, che i gruppi sul disagio mentale in Italia sono 292, 460 se si considerano anche i gruppi sulla depressione e i disturbi d'ansia (I gruppi di auto-aiuto in Italia, Cesvot, “Briciole”, n. 8, 2006).

Infine la lotta allo stigma e la promozione di una corretta informazione. Secondo un'indagine di Psicoradio, il 67% dei titoli di giornale riguardanti il disagio psichico è pubblicato nelle pagine di cronaca, solo il 18% nelle pagine culturali e il 15% in quelle dedicate alla salute. Follia e raptus i termini più usati, così come malato mentale (19%), folle (16%), disabile mentale (15%) e pazzo (10%).

Informare e sensibilizzare i cittadini ai temi della salute mentale, anche attraverso testimonianze di pazienti, volontari e operatori, è lo scopo del giornale onlineRaccontiamoci” pubblicato dall'associazione lucchese Fasm-Famiglie associate per la salute mentale e sostenuto da Cesvot con il bando “Percorsi di Innovazione”. Quello dell'informazione sul disagio psichico è, infatti, un tema delicato quanto fondamentale ed è per questo che lo scorso giugno è stata presentata la Carta di Trieste, il primo codice etico per giornalisti e operatori che trattano notizie concernenti la salute mentale.

* per il calendario delle iniziative toscane in occasione della Giornata Nazionale della Salute Mentale si rimanda al sito di Cesvot.

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