La campagna del mese

Questa è L'Aquila

A 3 anni dal sisma in Abruzzo, nel silenzio quasi generale dei media nazionali (a parte i soliti servizi precotti e banali di circostanza), il network internazionale di fotografi Shoot4Change e Anpas hanno realizzato il video Questa è L’Aquila: voci a tre anni dal terremoto, con la voce narrante di Moni Ovadia.

Ora che l’emergenza non c’è più, dal 6 aprile la piattaforma www.shoot4change.net/laquila/ accoglie le testimonianze di quanti – aquilani, volontari e associazioni – hanno vissuto la tragica esperienza del terremoto o ne vivono tuttora le conseguenze.

Quando l'Ufficio Comunicazioen di Cesvot mi ha inviato il link al video su Youtube per valutarne la recensione, mi sono detto  che stavolta non si trattava di commentare qualitativamente uno spot, un depliant, una pagina pubblicitaria; sapevo anche che non sarebbero giunte in soccorso tutte le mie regole, le strategie, il mestiere, l’esperienza.

Mi sono allora seriamente interrogato sul significato del mio tradizionale invito “alla prossima e… fate pubblicità!”; poi mi sono ricordato di mia nonna (che di mestiere faceva nascere i bambini), e diceva “tra il dire e il fare c’è di mezzo… il fare!!”

Questa volta non dovrò dire come si fa ma provare a fare, dando senso al mio leggero refrain mensile, proponendo una strategia sui media, con l’obiettivo di tornare all’etimo stesso della parola “pubblicità”, rendere pubblico perché sia di tutti.

Nel profit la pubblicità serve a mettere in evidenza e con più “voce” possibile le qualità, i vantaggi competitivi, le risposte a bisogni (anche inespressi); serve a vestire di reale qualcosa che spesso è solo immaginario (come i benefici).

Fare pubblicità sociale significa invece, soprattutto, parlare nel silenzio, urlare più forte del rumore di fondo, cercando di catturare l’attenzione di chi è distratto, distante, concentrato su altro.

Ma soprattutto significa raccontare storie, e ci vogliono risorse (soprattutto soldi); ecco perché la pubblicità sociale ha sempre troppa poca “voce”.

Brava allora Anpas, che dopo avere agito per mesi sul territorio con la forza delle braccia, agisce oggi sul web con la forza delle idee, riaccendendo i fari sull’Aquila e sulla sua ricostruzione, sulla solitudine dei suoi abitanti, ridando voce alla dignità di un luogo ferito, perché questa richiesta sia pubblica, perché sia di tutti (anche solo rimettendo al centro il problema).

Da questa rubrica, invito quindi tutti i webmaster , i volontari che hanno un sito, le associazioni e le istituzioni a rilanciare il link al docuweb sui loro siti, a mettere “mi piace” sulle pagine Facebook, a postare interventi e contributi.

Invito anche tutte le associazioni a richiedere ad Anpas una copia del docuweb, per poi semplicemente fornirla ai cinema, alle televisioni, ai network video di loro conoscenza, perché lo facciano girare nei palinsesti (per loro è contenuto a costo 0, ed una grande azione di solidarietà).

Queste due semplici mosse potranno dare visibilità, online ma anche offline, che fa molto 0.0 ma include l’80% della popolazione (gente che sul web non naviga, o lo fa saltuariamente e con molte distrazioni).

Alla prossima, e… davvero… fate pubblicità!!!

 

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