Storie

Lotta allo stigma e auto-aiuto

Intervista a Diana Gallo, presidente associazione L'Alba auto-aiuto

Uno degli scopi della vostra associazione è abbattere lo stigma che colpisce chi soffre di disagio mentale. Perché parlate di ‘stigma' e in che modo cercate di abbatterlo?
Parliamo di stigma in quanto le persone che hanno sofferto un disagio mentale vengono etichettate come ‘matte' dalla società, un marchio indelebile che si sovrappone e soffoca la loro identità di persone e cittadini. Alla base dello stigma ci sono pregiudizi e giudizi che nascono da una cultura predominante di ignoranza e paura. La nostra associazione lotta contro lo stigma e il pregiudizio promuovendo una diversa cultura sulla salute mentale, informando e formando soci e cittadini. Il nostro scopo è trasformare l'immaginario collettivo, sensibilizzare all'ascolto e all'accettazione della differenza, così che le persone che soffrono di disagi psichici possano raggiungere una reale integrazione. All'interno dell'associazione è nata quindi l'esigenza di realizzare uno spazio condiviso in cui volontari, operatori, cittadini, familiari e persone in riabilitazione possano incontrarsi liberamente sperimentando nella vita quotidiana l'illusorietà delle barriere dello stigma, delle divisioni ‘diagnostiche' e delle etichette culturali.

riccardoOltre ai volontari, nell'associazione operano i “facilitatori sociali”. Chi sono e che attività svolgono?
Sono persone che hanno attraversato un disagio psichico e sono giunti ad un buon punto nel percorso di cura e riappropriazione di consapevolezza e salute. Attraverso un corso di formazione e continue supervisioni, il loro vissuto personale di malattia e guarigione si trasforma in risorsa nella relazione di aiuto. I facilitatori lavorano in equipe con psichiatri e assistenti sociali stabilendo con i pazienti un rapporto paritario e svolgendo un importante ruolo di mediazione e sostegno nel percorso di cura e integrazione. Il facilitatore, dimostrando con il suo esempio che è possibile guarire, spinge il paziente a porsi al centro della propria cura, ad auto-determinarsi e riappropriarsi della propria vita. I facilitatori costruiscono un legame di fiducia fondamentale: sostengono i pazienti nei momenti di crisi, li stimolano nella riattivazione di abilità sociali e reti amicali, li accompagnano nei gruppi d'auto-aiuto, nelle attività ricreative e nei percorsi di inserimento lavorativo.

fotoL'auto-aiuto rappresenta una delle vostre attività principali…
Sì, la nostra associazione nasce e si sviluppa seguendo la metodologia dell'auto-aiuto. Il primo gruppo lo abbiamo attivato nel 1993 all'interno della clinica psichiatrica ed è stata la “cellula madre” da cui poi si sono generati l'associazione e quel processo di auto-aiuto partecipato che ha trasformato e sensibilizzato la realtà territoriale. Il nostro è un vero auto-aiuto: i conduttori dei gruppi sono ex-utenti psichiatrici che, adeguatamente formati, svolgono la propria attività in percorsi strutturati, dove il volontariato è risorsa a fianco dei servizi. Nei gruppi non ci sono psichiatri o altri professionisti ma la comunicazione è empatica e paritaria. Il gruppo sollecita empowerment, autodeterminazione, alleanza con i medici, consapevolezza, ascolto partecipe, socialità e aiuta ad abbattere la solitudine e l'isolamento che sono i peggiori nemici della salute mentale. Grazie anche al progetto “Auto-aiuto in circolo” sostenuto da Cesvot con il bando “Percorsi di Innovazione”, sono attivi 9 gruppi e ad ognuno partecipano di 8-10 persone. Dal progetto è nato anche il libro Andata e ritorno, una raccolta di 50 testimonianze di partecipanti ai gruppi di auto-aiuto che oggi sono di nuovo persone attive e protagoniste della propria vita.

Quali altre attività svolgete?
Organizziamo tante attività sociali: cene, feste, uscite serali, presentazioni di libri, concerti, mostre, cineforum, dibattiti. E poi promuoviamo percorsi di inserimento lavorativo e laboratori di orticoltura e arti-terapie espressive. Il tutto in collaborazione con i servizi territoriali e altre associazioni locali. Molte di queste attività le svolgiamo all'interno del Circolo Arci L'Alba che è interamente gestito da ex-pazienti psichiatrici che qui svolgono anche attività di ristorazione e bar. I servizi socio-sanitari si occupano prevalentemente dell'aspetto sanitario del problema. La nostra opera va a completare la filiera di servizi e percorsi collocandosi nell'anello della riabilitazione e dell'integrazione sociale, della costruzione di un progetto di vita. Ambiti in cui il volontariato è risorsa indispensabile e che prevedono lavoro di rete, flessibilità e capacità di individuare di volta in volta le soluzioni più efficaci. Mettiamo molto impegno anche nella prevenzione e nella promozione della salute mentale nelle scuole. Grazie al progetto “Scuola e Volontariato” ogni anno andiamo nelle scuole ed ospitiamo gruppi di giovani stagisti.

scattoCome dimostra anche il vostro lavoro, il “volontariato di salute mentale” è ormai una realtà importante. In che modo può continuare a crescere e ad essere una risorsa?
Il volontariato rappresenta una grande risorsa se è attento all'organizzazione e alla formazione. Sono, infatti, gli aspetti organizzativi e formativi che rendono i volontari dei veri e propri esperti della relazione di aiuto. Un'associazione che punta sulla formazione e sull'organizzazione, che integra l'opera dei volontari al lavoro dei professionisti e delle istituzioni svolge un'attività efficace, credibile e diviene risorsa per tutta la comunità. Il volontariato può davvero cambiare le cose solo attraverso un paziente e quotidiano lavoro di mediazione, confronto e costruzione di percorsi condivisi, dove ognuno mette le proprie risorse e competenze. Un volontariato troppo ideologizzato, conflittuale e competitivo con le istituzioni, poco esperto e organizzato non produce progettualità, non cresce e non offre buoni servizi.

Per informazioni
Associazione L'Alba auto-aiuto
Via delle Belle Torri 8, Pisa
Tel. 050 544211
associazionelalba@gmail.com, www.lalbassociazione.com


Le foto a colori sono di Riccardo Romeo.

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