Gli approfondimenti di Cesvot

La recensione della campagna "The Covid dilemma"

Il commento del nostro esperto di comunicazione sociale Bruno Lo Cicero sulla campagna della Regione Lombardia

Regione Lombardia promuove il sito e l’hashtag #thecoviddilemma, dedicato al contrasto ed alla informazione corretta in questa fase di pandemia  e lo fa con una campagna su affissione e web, subito aspramente criticata per i toni, e per i claim: “Indossare la mascherina o indossare il respiratore?”, “Lavarsi spesso le mani o lavarsene le mani?”, “Essere negativi o negazionisti?”, “Fermare il virus o fermare il sistema sanitario?”, “Evitare i luoghi affollati o affollare le terapie intensive?”. 

Anche secondo me la campagna presta il fianco, con aspetti discutibili (e quindi pericolosi per il risultato di efficacia della comunicazione) come la tonalità aspra e colpevolizzante, ed una possibile delega agli stessi cittadini per la soluzione di un problema più grande di tutti noi.

Le opinioni sono molte e disparate, e sono già nate molte campagne al contrario, sulle stesse immagini, ma io preferisco lasciare ad altri lo spazio della critica - che non ha cittadinanza in questa mia rubrica - e suggerire una visione diversa, per certi versi più interessante.

In questa campagna, si può rimanere colpiti anche solo da una parte dell’annuncio (le immagini) quale che sia il testo a fianco: le foto dei 5 diversi soggetti, ed i loro dettagli, sono molto più universali del testo, e su questi credo che tutti possano trovarsi magicamente d’accordo.

Apparentemente semplici, queste foto sono state studiate proprio per il loro ruolo di ingaggio e supporto al testo; particolarmente in una di queste, quella della ragazzina (così come gli altri soggetti giovani ed adulti) è stato però catturato uno sguardo che già da solo rende inutile tutto il resto.

L’espressione galleggia a metà tra il sorriso e la tristezza, il fermo-immagine scioglie anche il velo di una lacrima trattenuta a stento; non importa cosa ci sia scritto di fianco, ti ci puoi perdere in questa faccia sfrontata e inquisitoria, una faccia che denota comunque la presenza di un pensiero.

Lo puoi quasi vedere, quel pensiero di una quindicenne nelle sue lentiggini, fiera e immersa in un raggio di sole che ne confonde i contorni, orgogliosa come quell’orecchino che campeggia furbo al centro della scena, protagonista di un’espressione in bilico tra futuro e paura.

La ragazza rivolge a tutti una domanda, e qui sta l’aspetto interessante: la domanda sta nella sua testa, e la fa a tutti, e solo dopo è accostata ad una frase. Questa foto indaga tutti noi ed il nostro essere cittadini in modo più universale, e indaga anche le istituzioni che questa campagna l’hanno voluta.

Questa foto vale da sola il prezzo del biglietto.

Alla prossima, e fate pubblicità!

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