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Alla vigilia della Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia il nostro approfondimento

Di Viviana Bossi e Silvia Trovato

Il 20 novembre di ogni anno si celebra la Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia. La data coincide con il giorno in cui l’Assemblea generale ONU adottò la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, ratificata dall’Italia nel 1991. Il documento, sottoscritto in quasi tutti i Paesi del mondo, ha garantito ai bambini  il godimento dei diritti fondamentali e la loro protezione e tutela.

Mai come negli ultimi due anni la pandemia da Covid 19 ha avuto un fortissimo impatto sui diritti dei bambini in tutti il mondo.

Abbiamo raccolto la testimonianza di Monica Pratesi, presidente dell’associazione Pamat (Prevenzione  Abuso Minori Associazione Toscana) che si occupa sul territorio di Prato della difesa dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.

Non possiamo perdere l’occasione della ripresa per costruire un mondo che abbia al centro la cultura del bambino che significa anche cultura del futuro

Quali sono le maggiori criticità che registrate?

“La prima fase del periodo Covid ha fatto emergere condizioni di indigenza, difficoltà scolastiche, problematiche di violenza che i bambini hanno subito direttamente o a cui hanno assistito nell’ambito familiare. Abbiamo continuato a offrire supporto ai nostri utenti anche a distanza riorganizzando i servizi online. Un’altra grande difficoltà che è emersa è quella della disponibilità di supporti digitali legati anche a una mancata alfabetizzazione digitale, trasversale allo stato socio-economico. Siamo tutti coinvolti in questa evoluzione della comunicazione nella prospettiva digitale che non deve però  trasformarsi in una nuova dimensione di disuguaglianza. Dobbiamo attualizzare l’articolo 3 della nostra Costituzione per rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana, dobbiamo ricucire lo strappo nei sogni dei nostri ragazzi”.

Quali sono le vostre attività sul territorio?

“Per l'intero anno scolastico è prevista un'attività di aiuto individualizzato per i ragazzi della scuola dell'obbligo, con volontari e professionisti, che offre opportunità concrete di recupero sul piano dell'apprendimento e della socializzazione e un percorso educativo finalizzato all'acquisizione di adeguate  modalità relazionali. Il programma prevede anche attività di laboratorio creativo ed espressivo. Abbiamo inoltre gruppi di auto mutuo aiuto per genitori finalizzato a costruire reti di relazioni e uno sportello di ascolto. Consideriamo fondamentale l’aspetto della prevenzione che riguarda la società intera e necessita un intervento che oltrepassi gli ostacoli per creare una cultura integrata dell’infanzia, costruita sulla multiculturalità che caratterizza le nostre comunità. Mi piace pensare alle nostre classi come un effettivo arcobaleno di culture e provenienze. Da questo punto di vista portiamo avanti il progetto “Io ci credo” elaborato da un’equipe mista di avvocati e psicologi che guida una riflessione sul tema dei diritti dell’infanzia e dei giovani, per promuovere la cultura del diritto e della legalità. Il nostro convincimento è che non possiamo perdere l’occasione della ripresa per costruire un mondo che abbia al centro la cultura del bambino che significa anche cultura del futuro”.


Come evidenziato dall’ultimo Rapporto Annuale UNICEF.La Risposta al COVID-19 del giugno 2021, l’impatto della pandemia sulla salute infantile è stato devastante:  in almeno 68 paesi circa 80 milioni di bambini rischiano di non ricevere vaccinazioni salvavita nel primo anno di età, mentre 200.000 ulteriori casi di bambini nati morti potrebbero verificarsi nel corso di un anno per il minore accesso delle donne ai servizi di salute materna. Ulteriori 6,7 milioni di bambini sotto i 5 anni potrebbero soffrire di malnutrizione nel corso di un anno.

In Europa, secondo il rapporto di Save the Children Garantire il futuro dei bambini - Come porre fine alla povertà infantile e all'esclusione sociale in Europa", che ha raccolto dati in 14 Paesi europei, è allarmante anche la situazione della povertà minorile. Sebbene l’UE sia una delle regioni più ricche e con meno diseguaglianze al mondo, sono quasi 20 milioni i bambini che crescono in povertà.

I più vulnerabili e più colpiti dalla povertà sono coloro che crescono in famiglie numerose o monoparentali, i bambini con un background migratorio, con disabilità, appartenenti a minoranze etniche e quelli che vivono nelle aree rurali o più svantaggiate. In Italia, sono più esposte alla povertà le famiglie numerose con almeno 5 componenti e le famiglie dei migranti.

Rispetto all’istruzione, sempre secondo il Rapporto di Save the Children, milioni di bambini in tutta Europa non hanno alcun accesso o hanno accesso limitato all’istruzione e ai servizi educativi per la prima infanzia – spesso di bassa qualità.

Tra gli obiettivi dello sviluppo sostenibile l’obiettivo 3: “Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età” e l’obiettivo 4: “Fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti” sono in particolar modo rivolti all’infanzia.

 

Per ulteriori informazioni sulle attività di Pamat: Pagina Instagram, Pagina Facebook

Foto in alto di Federico Barattini - Volontari sulle mura 2019

 

 

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