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Intervista a Stefano Guarino Grimaldi che insieme ad altri artisti di strada porta l'arte del clown in villaggi e favelas

Giullari senza frontiere nasce nel 2003. Cosa vi ha spinto a fondare un’associazione che porta risate e gioco proprio là dove c’è miseria e sofferenza?

Il progetto Giullari senza frontiere (Gsf) nasce nel 1996-1997 dalla Compagnia di Foligno “Giullari del Diavolo”, che scelse di portare nei propri viaggi l'arte del clown e della giocoleria e usarla come mezzo di comunicazione e interazione con le popolazioni locali. L'idea piacque a molti “amici artisti” e nel 2003 abbiamo dato vita alla prima ‘spedizione’, composta da 16 artisti, in India. Il nostro obbiettivo è sempre stato quello di portare sorrisi e risate, perché pensiamo che ridere sia il primo punto per ripartire da situazioni difficili o per sfuggire per qualche istante alla dura realtà che spesso la vita ti obbliga a vivere. E' il nostro modo di ricambiare la fortuna di essere nati in un paese “sviluppato” e di avere fin troppo per essere felici.

Ogni anno fate un viaggio, tutto autofinanziato, in giro per il mondo. Tanti i paesi che avete attraversato dalla Bosnia al Brasile, dalla Cambogia all’Etiopia. Come li organizzate e in che modo incontrate le popolazioni locali?

Autofinanziamo il progetto con i nostri spettacoli o investendo i nostri risparmi, e ogni anno cerchiamo di fare una cassa comune che ci aiuta a sostenere le spese di vitto e alloggio nel paese che visitiamo. Cerchiamo di fare almeno una spedizione all'anno e si viaggia quasi sempre per 2-3 mesi tra gennaio e aprile. Scegliamo uno o più paesi e durante l'anno cerchiamo contatti con ong o associazioni sul territorio che possano indicarci i luoghi dove portare i nostri spettacoli e laboratori. Selezioniamo con attenzione le organizzazioni alle quali ci appoggiamo e cerchiamo soprattutto contatti con piccole realtà che spesso sono quelle che più si danno da fare sul “campo”. Quindi nonostante il lavoro di organizzazione che facciamo dall'Italia, quasi tutto il viaggio si struttura durante la nostra permanenza sul posto. Il passaparola tra le associazioni è veloce e il nostro intervento è sempre molto richiesto. Bisogna avere molta flessibilità e libertà di cambiare i piani per approfittare del carpe diem che ogni viaggio ci offre. Giullari senza frontiere è un progetto composto principalmente da artisti di strada, quindi c'è una fortissima dose di improvvisazione in tutto, e quando non abbiamo riferimenti sul territorio, scendiamo nelle piazze, nei mercati, nelle favelas spontaneamente, replicando il nostro spettacolo senza avere le spalle coperte da nessuno. Chiaramente non avendo alcun fine economico, scegliamo posti con un unico obbiettivo, far divertire più gente possibile che normalmente non avrebbe le possibilità di partecipare ad uno spettacolo!

La vostra è un’attività di volontariato internazionale sui generis, non siete i classici occidentali che costruiscono pozzi o portano denaro nel sud del mondo. Cosa portate con voi e tra la gente che incontrate?

Questo è uno dei motivi che più ci spinge a portare avanti il progetto. Poter dare alle popolazioni locali un'altra immagine dell'”uomo bianco” che spesso è identificato come il “Babbo Natale”, il portatore di doni che, per quanto sia fondamentale in alcuni momenti, non sempre è davvero in contatto con la popolazione (infatti Babbo Natale lascia i regali ma nessuno lo vede!). Per noi è, invece, importantissimo il rapporto umano che istauriamo con la gente, durante e dopo lo spettacolo. Grazie alle risate fatte insieme e al prendersi in giro reciprocamente riusciamo ad entrare nella loro vita e a scoprire cose inaspettate. Spesso ci è capitato di essere invitati in casa della gente che, nonostante l'estrema povertà, ci offriva quel poco che aveva con grande cuore e generosità. E' lì che sentiamo che qualcosa è cambiato, che non siamo identificati come turisti o ‘professionisti dell’aiuto umanitario’ a cui si può solo chiedere, ma siamo diventati parte di loro, persone con le quali condividere e raccontarsi. Oltre agli spettacoli, per noi è importante fare dei laboratori, sia con la gente che con gli operatori delle strutture per minori. Dal 2010 abbiamo il supporto di Play Juggling, una ditta italiana di attrezzature per il circo, che ci regala diverso materiale che possiamo distribuire. In questo modo dopo avergli insegnato a fare giocoleria possiamo lasciare loro gli attrezzi con i quali continuare.

giullari

Siamo sicuri che comicità e allegria fanno sempre (e ovunque) bene?

Per la nostra esperienza sì, fa sempre bene! Grazie alla risata siamo sempre riusciti, anche se per poco, a cambiare lo stato d'animo di chi avevamo di fronte. Abbiamo fatto spettacoli in carceri, orfanotrofi, centri di recupero di bambini abusati, portatori di handicap, ospizi, favelas, discariche, mercati, vicoli, villaggi, comunità indigene e ogni volta siamo riusciti a trovare un riscontro e uno scambio positivo con tutti. In ogni paese che abbiamo visitato ci sono stati degli intoppi ma quasi sempre per problemi burocratici di accesso alle strutture, o per superare la diffidenza di chi gestisce il potere. Ma alla fine dei conti mai nessun problema con il nostro pubblico!

Come si diventa un “giullare senza frontiere”? Su Facebook avete scritto che state cercando nuovi compagni…

Gsf è una compagnia nata da un gruppo di amici con la voglia comune di fare qualcosa. Non siamo mai stati un'organizzazione strutturata, per evitare di perdere il piacere di “fare” stando dietro a mille burocrazie. Per entrare a far parte del progetto non c'è quindi un iter da seguire, se non la voglia di conoscerci e, prima di tutto, di diventare amici. Ogni spedizione è un momento di incontro e confronto, sopratutto tra i componenti dei Gsf. Siamo tutto il tempo a stretto contatto e non è sempre facile stare insieme 70/80 giorni in situazioni poco comode e in continuo spostamento. Proprio per questo, non essendo per nessuno di noi un lavoro e non avendo nessun fine, se non quello di stare bene con e per la gente, cerchiamo persone che sappiano vivere le dinamiche di gruppo in modo sereno e che siano propositive e piene di entusiasmo. Ad ogni viaggio ognuno fa la sua parte, non ci sono organizzatori o tournèe stabilite, tutto è in continuo evolversi. Tutti devono quindi mettersi a disposizioni di tutti, dal cercare contatti per proporre il progetto, ma anche cercare un posto dove mangiare o dove dormire tutti insieme.

Quali programmi avete in testa e cosa fate quando non viaggiate?

Tutti i componenti dei Gsf sono artisti professionisti e vivono dei loro spettacoli. Quindi ognuno di noi è impegnato con i propri progetti lavorativi o familiari. Durante tutto l'anno, cerchiamo di vendere il progetto che prevede oltre agli spettacoli singoli di ognuno di noi, anche un cabaret Gsf, più una mostra fotografica di 50 foto che raccolgono i migliori scatti fatti in questi anni di progetto. In più abbiamo stampato un libro fotografico con le foto di tutte le spedizioni e lo stiamo vendendo anche per corrispondenza in modo che se qualcuno ha voglia di sostenere il progetto lo può fare anche a distanza. In questi giorni stiamo definendo un nostro intervento in Albania ad ottobre e progettando la nuova spedizione 2016 in Ghana! Comunque per rimanere in contatto con noi e seguire le nostre iniziative, visitate la nostra pagina Facebook oppure scriveteci a giullarisenzafrontiere@gmail.com. Vi aspettiamo!

“La felicità non esiste... ma oggi voglio essere felice senza” (cit. S.C.).


 

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