La campagna del mese

Capaci di intendere e di valere

World Wide Web, che meravigliosa innovazione tecnologica; per la prima volta nell’evoluzione dell’uomo, in questa fase fortemente antropocentrica, tutto il mondo e tutti gli individui sono interconnessi, e potenzialmente interconnettibili, mentre un contenuto contemporaneamente diventa visibile da miliardi di persone.
Ovviamente questo vale per tutti coloro che hanno una connessione (wireless, perché se sei attaccato al muro sei già downgrade…) ed un profilo su Facebook; nessun giornale di qualsiasi diffusione (anche minima), nessuna radio anche la più prossima (e vicina), nessuna televisione può rendere ‘subitaneo’ il mondo come un post sulla Rete.

Ogni contenuto ha quindi una piattaforma di potenziale immediatezza, e la Rete permette la prima democrazia vera e partecipata, la democrazia planetaria dell’informazione; stanno nascendo mestieri ed esperienze direttamente vissute in Rete, fenomeni di massa (va a capire cosa si intenda poi per massa), che diventano immediatamente patrimonio di tutti, ma che altrettanto immediatamente invecchiano.

Metti insieme subitaneità e volatilità della notizia, e capisci che l’azione “Capaci di intendere e di valere” ha due difetti: è veicolata principalmente sulla Rete (e fruibile solo su Facebook), e fa riferimento ad un evento accaduto 3 mesi prima.

Sicuramente l’iniziativa ha tutta una serie di valide argomentazioni (la consapevolezza che ogni volontario ha del proprio ruolo, dall'altro quella del valore etico, ma anche economico, che ogni sua scelta porta con sé); anche il meccanismo di interrelazione (‘posta’ la tua foto e commentala!) è assolutamente 2.0.

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Questa scelta di pianificazione mostra però i suoi limiti proprio nella meccanica: riattivare una partecipazione ‘scaduta’, e dedicarla solo al mondo di FB, rischia di essere contrario ai fondamentali stessi di FB (subitaneità e volatilità).

Sarebbe stato quindi meglio puntare sui mezzi classici (ancorchè mirati), oltre tutto per evitare di trascurare tutta quella stra-larghissima parte di volontari per i quali “posta” è ancora sinonimo di code per le bollette.

Una ulteriore difficoltà percettiva (che si traduce in difficoltà di lettura e memorizzazione) è il cambio di vocale da volere a ‘vAlere’. Pubblicitariamente interessante (anche se relativamente facile…), ha però allontanato dalla possibilità di sfruttare meglio la matrice ‘vOlere’ (dalla quale peraltro derivano le parole volontà e volontariato…).

Prima di valere, continuiamo a volere; la riaffermazione del ruolo volontario nella società potrebbe non corrispondere all’auto-referenza di una foto su FB, e FB non è il mondo reale (con il quale il volontariato, spesso solo, si confronta tutti i giorni).

Alla prossima e… fate pubblicità!

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