C'è un tempo che si dona, e non è mai tempo perso. È il tempo che Silvana Stroppa, 70 anni, dedica da anni ai malati di Alzheimer e ai loro familiari, come volontaria presso il Caffè Alzheimer dell’AIMA a Bottegone, provincia di Pistoia. La sua è una storia semplice, ma profondamente significativa, fatta di ascolto, empatia e piccoli gesti quotidiani che fanno la differenza.
L’esperienza di volontariato di Silvana è avvenuta grazie a Diventa volontario, servizio gratuito di accompagnamento e orientamento per i cittadini che intendono svolgere attività di volontariato presso un ente del terzo settore della Toscana, che offre all'aspirante volontario informazioni essenziali per una scelta consapevole. Insieme agli operatori delle Delegazioni territoriali è possibile individuare l'associazione nella quale svolgere attività di volontariato in base ai propri interessi e predisposizioni. |
Silvana ha incontrato il mondo del volontariato in un momento di passaggio: “Dopo la pensione, nel 2021, avevo iniziato ad aiutare due bambini e la loro mamma in un periodo di difficoltà. Poi Giovanna Mazzanti, presidente di AIMA e mia conoscente da tempo, mi ha proposto di partecipare al Caffè Alzheimer a Bottegone. Ho accettato subito, sia perché purtroppo conosco bene questa malattia per motivi familiari, sia perché sentivo il desiderio di restituire qualcosa alla mia comunità.”
E così, ogni settimana, Silvana si ritrova con un gruppo di persone fragili, ma ricche di umanità. Tra merende, attività manuali, chiacchiere e sorrisi, si crea un clima vivace e accogliente, dove i malati non sono definiti solo dalla loro malattia, ma dalla loro unicità.
“Pensavo di aiutare soprattutto i familiari, ma in realtà ho scoperto quanto fosse bello entrare in relazione con le persone anziane, con i loro gesti, le loro emozioni. Mi riconoscono, mi aspettano, si crea un legame speciale. In fondo, ritrovo molto anche del mio passato da educatrice d’asilo: l’attenzione, la cura, quel desiderio innocente di essere visti e ascoltati.”
Uno dei momenti più teneri che Silvana ricorda è il rituale con una signora che accompagnava al centro: “Ogni volta mi diceva che oggi non era il giorno giusto per andare, che sarebbe andata domani… ma alla fine veniva sempre. Era un nostro piccolo gioco, un linguaggio tutto nostro. Anche quello è volontariato: entrare nel mondo dell’altro, rispettandone i tempi, i silenzi, le fragilità.”
Silvana ci tiene a dirlo chiaramente: “Non è una frase fatta, il volontariato fa bene a chi lo fa. Ti fa sentire parte di qualcosa di vivo, ti dà un senso, ti restituisce molto più di quanto dai.”
La sua esperienza è un invito per tutti: il volontariato non richiede superpoteri, ma tempo, cuore e voglia di esserci. E può iniziare anche semplicemente nel proprio paese, con le persone che ci vivono accanto.
L’esperienza di volontariato di Silvana e Giovanna sarà raccontata in occasione dell’Iniziativa di Delegazione di Pistoia il 7 giugno, tutte le info qui.
Foto di Kampus Production