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Dal 13 al 15 aprile scorso ho partecipato agli Stati generali del volontariato di protezione civile, convocati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Protezione Civile, a Roma.

Ricordo ai nostri lettori che in Italia i volontari di protezione civile sono oltre 800mila distribuiti in oltre 4000 organizzazioni iscritte all’elenco nazionale di protezione civile. Una rete di volontari e associazioni straordinaria che anche in Toscana conta numeri importanti.

Risale al 2000 l’ultima Conferenza del volontariato di protezione civile che si tenne ad Orvieto. Dodici lunghi anni in cui questo esercito di volontari non ha avuto luoghi istituzionali adeguati dove riflettere le tante problematicità legate al sistema di protezione civile, dove poter discutere e confrontarsi al di fuori dell’emergenza. Ma non solo i volontari hanno sofferto questo silenzio.  Anche la rete delle istituzioni ha sentito urgente la necessità di un confronto che realizzasse la piena integrazione dei soggetti coinvolti.

Gli Stati generali di Roma sono stati organizzati su quattro temi centrali ciascuno articolato sui temi che in sintesi vi ripropongo:

 


  1. I valori. Come difendere i valori di solidarietà partecipazione, democrazia e autonomia del volontariato assicurando la tutela dei cittadini, la salvaguardia del territorio e la piena integrazione con le Istituzioni?

  2.  La rappresentanza. Individuare le giuste forme di rappresentanza e di confronto che sappiano garantire il processo democratico e l’autonomia sancita dalla legge 266 del 1991 e assicurino la necessaria armonizzazione tra organizzazioni nazionali, associazioni locali e gruppi comunali.

  3. I ruoli e le modalità operative. Associazioni locali di protezione civile, gruppi comunali e organizzazioni nazionali rappresentano oggi un presidio prezioso sul territorio ed il presupposto della capacità operativa di risposta del Sistema nelle emergenze. Ma oggi più che mai il volontariato si traduce anche in un’azione quotidiana di prevenzione che implica un rapporto costante con le istituzioni e con la popolazione. Come armonizzare i diversi ambiti incardinando l’azione del volontariato in un sistema più generale coordinamento?

  4. Le risorse, il volontariato di protezione civile ha spesso difficoltà d'accesso a finanziamenti o contributi che ne garantiscano la sopravvivenza. Questo limite compromette non solo la possibilità di far fronte alle necessità strutturali ordinarie di formazione, implementazione delle capacità operative e mantenimento delle attrezzature, ma anche la possibilità di garantire l’operatività che compete alle organizzazioni nella gestione delle emergenze, nell’erogazione di servizi di tutela e prevenzione dei rischi, nel monitoraggio del territorio e nella divulgazione della cultura di protezione civile. Lo scenario attuale desta nelle organizzazioni preoccupazioni: i tagli dei finanziamenti in via diretta e indiretta ne colpiscono la vitalità, ne minacciano la sopravvivenza, ne limitano le capacità operative. Quali nuovi possibili canali di finanziamento e quali nuove modalità di accesso?


  5.  


Alla luce dei tanti quesiti emersi e del tanto atteso nuovo testo di protezione civile [1] vorrei poter organizzare, anche in Toscana, un approfondimento con tutti gli attori del sistema per dare il nostro contributo ad un disegno che reimposti correttamente soprattutto i due pilastri della protezione civile: l’emergenza e la prevenzione.

 

 

 
 


[1] Il decreto legge 15 maggio 2012 n. 59, recante Disposizioni urgenti per il riordino della Protezione civile,  è entrato in vigore il 17 maggio 2012.
 

 

 

 

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