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Un terzo dei detenuti frequenta un corso scolastico, 25 le biblioteche penitenziarie, 1668 i volontari impegnati nelle 18 carceri della Toscana. I dati del Prap di Firenze

Su una popolazione carceraria che in Toscana conta oltre 3000 persone, di cui il 3,5% donne e il 45,8% di origine straniera (vedi dati Rapporto 2016 del Garante regionale dei diritti dei detenuti), sono ben 1.232 i detenuti che nelle 18 carceri toscane frequentano corsi scolastici e universitari. Secondo i dati del Prap di Firenze - Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria quest’anno 144 detenuti toscani hanno frequentato la scuola primaria, 213 la scuola secondaria di 1° grado, 652 la scuola secondaria di 2° grado, 87 seguono corsi universitari e 136 corsi di formazione. Per i corsi di scuola superiore sono 14 gli istituti scolastici coinvolti: si tratta di istituti professionali, tecnici, commerciali, alberghieri, geometri sparsi un po’ in tutta la Toscana.

Presso il carcere di Porto Azzurro i detenuti possono frequentare anche la scuola di agraria (già presente nell’Istituto “Mario Gozzini” di Firenze) e il liceo scientifico, grazie ad una convenzione con il Liceo “R. Forensi” di Portoferraio. A settembre si aggiungerà nel carcere di Massa Marittima il corso superiore in enogastronomia che permetterà ai detenuti di frequentare anche alcuni laboratori all’esterno del carcere.

Nell’anno 2013-2014 i partecipanti ai corsi di scuola media superiore sono stati in tutte le carceri toscane 679, di cui 283 stranieri. Tra gli 87 detenuti che frequentano corsi in uno dei tre poli universitari della Toscana, gli stranieri sono 25. Nel 2013-2014 hanno conseguito la laurea 3 detenuti, di cui 2 stranieri. E proprio per valorizzare l’impegno dei detenuti che il Prap di Firenze ha pensato di istituire il premio “C’è un libro per te!”. Tra i detenuti diplomati o frequentanti l’ultimo anno di scuola superiore in un carcere toscano ne saranno sorteggiati alcuni che riceveranno un pacchetto di libri non scolastici (narrativa, poesia, arte), scelti tra quelli che il Provveditorato sta raccogliendo grazie a donazioni di privati e associazioni. Ne sono già stati raccolti 170 e la raccolta andrà avanti fino al 25 luglio (chi fosse interessato a donare libri può scrivere al Settore del Trattamento del Prap, pr.firenze@giustizia.it).

E i libri rappresentano un’altra grande ricchezza delle carceri toscane, nonostante la crisi e i tanti problemi del nostro sistema penitenziario. Sono, infatti, ben 25 le biblioteche penitenziarie in Toscana con oltre 60mila volumi. Grazie ad un progetto del Prap di Firenze e delle associazioni Antigone e Gli Asini nel 2014 sono stati acquisiti e consegnati ben 8595 volumi, dono delle principali case editrici italiane: si tratta di libri di ogni tipo, dalla letteratura alle scienze, tra cui anche 400 dizionarietti di 10 lingue straniere e alcuni abbonamenti ad importanti riviste come National Geographic. Inoltre, grazie ad un finanziamento della Regione Toscana, sono state costituite 18 micro-biblioteche di testi in 10 lingue per avvicinare alla lettura anche le persone di origine straniera che rappresentano quasi la metà della popolazione detenuta in Toscana.

Su 25 biblioteche penitenziarie sono 13 quelle dotate di un catalogo elettronico: la biblioteca più ricca è quella del carcere di Sollicciano con 10mila libri e poi ben fornito è anche il carcere di Porto Azzurro con 6500 volumi. La gran parte delle biblioteche funziona grazie all’impegno di volontari: sono circa 60 i volontari ‘esterni’ impegnati in servizi bibliotecari.

Tuttavia le carceri toscane soffrono una mancanza cronica di volontari e operatori. Perché il carcere rappresenti davvero un luogo di riabilitazione c’è bisogno di personale che segua i detenuti, in un rapporto personalizzato così come raccomanda la legge, e  che abbia il tempo e il modo di progettare e organizzare attività formative, culturali, sportive. Il flusso annuale dei detenuti negli istituti penitenziari della Toscana è, secondo i dati ufficiali, superiore ad almeno due volte la presenza giornaliera, che ad oggi registra 3143 detenuti: un dato enorme se lo paragoniamo a quello degli operatori, il cui numero è molto al di sotto rispetto a quanto previsto dalla pianta organica.

Secondo i dati del Prap di Firenze, negli istituti penitenziari della Toscana sono 55 gli educatori su 102 in pianta organica e 85 gli assistenti sociali su 129 previsti. A questi si aggiungono 1668 volontari, divisi tra volontari che entrano in carcere grazie al cosiddetto art. 17 dell’ordinamento penitenziario - che permette, previa autorizzazione, di svolgere attività di volontariato in carcere - e volontari che operano con l’art. 78 svolgendo un’attività più specifica e collaborando con le figure istituzionali dei penitenziari. In Toscana i volontari impegnati in carcere con l’art. 17 sono 1538, mentre quelli autorizzati secondo l’art. 78 sono 130. Il maggior numero di volontari si registra nel carcere di Prato (369), seguono quelli di Massa (212) e Volterra (187).

Oltre al servizio bibliotecario, i volontari garantiscono lo svolgimento di molte attività culturali e sportive. Come nel carcere di Massa Marittima, dove le attività di calcetto e ginnastica con istruttore sono realizzate grazie ad un progetto dell’Asl e della Caritas. A Prato, invece, la Uisp organizza attività sportive di vario genere, dalla ginnastica al calcio, dal basket al podismo, così come a Siena e Sollicciano. Nel carcere fiorentino è attiva anche la polisportiva “Lupi di Sollicciano” per il rugby e due corsi di yoga per uomini e donne.

Come ricorda il Garante per i diritti dei detenuti in Toscana, Franco Corleone, nel suo ultimo Rapporto di attività, in questi ultimi anni molto si è fatto per migliorare la vita dei detenuti ma molto rimane da fare perché

può apparire l’ennesimo paradosso che in una situazione di violenza diffusa e di integralismi fuori controllo, ci si occupi dello stato delle carceri, dei diritti dei detenuti. Ma è proprio nei momenti difficili che la democrazia e i suoi valori, la cui distruzione sono l’obiettivo del fanatismo, devono manifestarsi appieno. La Costituzione vale come stella polare e la differenza tra diritto e umanità da una parte e barbarie dall’altro deve essere chiara. Il carcere è un luogo simbolo, una cartina di tornasole per lo stato della democrazia e la capacità di relazioni e di integrazione.

Per saperne di più sul volontariato penitenziario leggi il volume Cesvot "Starci dentro. Il volontariato presso strutture detentive".

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