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Non solo numeri

Dove andiamo a cena?

Mense, ristoranti, bar. È qui che gli italiani, sempre più spesso, preferiscono mangiare. Sono, infatti, 18 milioni e 200 mila le persone che almeno una volta alla settimana mangiano in luoghi di pubblico ristoro. In Toscana rappresentano quasi un quarto dei cittadini over 18 anni. La spesa per i consumi alimentari fuori casa è cresciuta, dal 1988 a oggi, dal 25% al 32% per un volume di affari pari a 46 miliardi di euro l'anno (dati Fipe-Confcommercio).

E sono sempre più i cittadini che scelgono luoghi in cui è possibile mangiare cibi etici, biologici, a chilometro zero, che producono lavoro, solidarietà e inclusione sociale. Si tratta dei cosiddetti ristoranti sociali e solidali, spesso promossi da associazioni ed enti non profit e gestiti da cooperative sociali di ‘tipo B', ovvero imprese sociali che inseriscono nel mondo del lavoro persone svantaggiate.

Come il ristorante “Nessun dorma” di Campi Bisenzio promosso dalla cooperativa Matrix e dal circolo Arci “Dino Manetti” e cogestito da ragazzi diversamente abili. Tutti i venerdì cene a tema e buona musica. Sempre a Firenze, in Via de' Serragli, c'è anche il ristorante “I ragazzi di Sipario” del Circolo Mcl.

A Lucca, invece, Anfas, Associazione Down, Angas Toscana e le cooperative sociali “Segni Particolari Nessuno” e “Cose e Persone” hanno aperto il “Pecora Nera”, con il contributo di Caritas, enti locali, fondazioni bancarie e Regione. Un ristorante da 50 posti che serve piatti tipici, a ‘km 0' e da agricoltura biologica. Andando in provincia, a Borgo a Mozzano, è possibile mangiare al bar-osteria “Le mani in pasta” che la Misericordia di Corsagna ha aperto grazie anche al sostegno di Cesvot (bando “Percorsi di Innovazione”). Qui lavorano 7 ragazzi disabili, altri 3 ragazzi sono impiegati nella produzione del vino Il Poderino e altri 5 nella produzione di biscotti e confetture.

Opera 22, il ristorante promosso a Prato dalla Fondazione S. Rita, offre agli avventori cucina raffinata e ottimi vini e ad un gruppo di giovani, alcuni dei quali affetti da autismo, la possibilità di aprirsi agli altri e sentirsi soggetti attivi (leggi l'intervista). Ad Arezzo, località S. Zeno, c'è il ristorante-pizzeria “Il rintocco”: ambiente familiare, carne alla brace, pizze cotte nel forno a legna, dolci fatti in casa e un percorso di vita e lavoro per persone con disabilità. Il ristorante fa parte della Rete Aretina di Turismo Sociale (vedi Socialeviaggiando. Esperienze di turismo sociale, Cesvot, Briciole, n. 26, ottobre 2010).

Ristorazione sociale e solidale significa valorizzare e integrare le differenze di tutti. Ecco che allora a Borgo S. Lorenzo, presso il Villaggio La Brocchi, è nato il ristorante-catering multietnico ‘Ethnos' (leggi l'intervista), mentre a Firenze il Villaggio dei Popoli offre un servizio di catering con prodotti equosolidali, biologici e a filiera corta, con stoviglie non ‘usa e getta'. Il Villaggio fa parte della rete Risol-Coordinamento Nazionale Ristorazione Solidale.

L'Univoc di Prato e l'associazione Incontri Ravvicinati di Firenze propongono, invece, le cosiddette “cene al buio”. Cene nel buio totale, affollate di voci, cucinate e servite da non vedenti per imparare a “vedere con altri occhi”. Prossimo appuntamento a Carmigano il 4 febbraio.

Slow Food Volterra Alta Val di Cecina in collaborazione con Unicoop Firenze organizzano le “Cene galeotte”. I detenuti del carcere di Volterra, regolarmente retribuiti e supervisionati da noti chef, cucinano e servono ottimi piatti a 100 persone ospitate per l'occasione nella cappella del carcere. L'incasso è devoluto ogni volta ad una diversa associazione. Prossima cena il 18 febbraio, la prenotazione è obbligatoria!

Ma la ristorazione sociale non è solo questo. Nelle città italiane aumentano le mense e i ristori sociali che, grazie al lavoro volontario, offrono gratuitamente a chi ne ha bisogno pasti caldi in luoghi accoglienti. Sono, infatti, sempre più numerosi quei cittadini che non scelgono ma sono costretti a “mangiare fuori” perché indigenti, senza casa e famiglia.
Solo a Firenze ogni anno sono 8700 le persone che mangiano alla mensa Caritas, mentre a Prato la mensa dell'associazione Giorgio La Pira prepara oltre 40mila pasti l'anno. Un ambiente pulito e caldo, con 84 posti a sedere dove mangiare piatti abbondanti, cucinati con cura e nel rispetto delle diverse culture religiose.

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