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Le donne nel terzo settore: numeri e tendenze

Sono tante le donne che svolgono attività di volontariato ma gli uomini, seppur di poco, rappresentano ancora la maggioranza, soprattutto nella fascia d’età over 45 (Istat, 2011) e le donne si concentrano in alcuni settori e attività. Come risulta da un’indagine di Anpas, oltre il 40% delle volontarie è impiegata in attività di tipo sanitario, quasi il 20% al centralino e il 17,8 in attività ricreative.

Ma è soprattutto ai vertici delle associazioni e degli organi di rappresentanza del terzo settore (Forum, Consulte, ecc.) che la presenza delle donne si riduce, come del resto accade anche in altri ambiti della vita sociale e politica. Una recente indagine della Fondazione Volontariato e Partecipazione ha rilevato che le donne sono presidenti di un’associazione di volontariato nel 33% dei casi, percentuale che si abbassa al 20 nel settore della donazione di organi e sangue. Questi dati sono confermati anche dalle ricerche di Auser e Fondazione Roma Terzo Settore: le donne sono ai vertici soprattutto nelle piccole associazioni, a prevalenza femminile e operative nell’ambito del welfare.

Se guardiamo alle grandi associazioni del terzo settore scopriamo che su 15 organizzazioni  (tra cui Anpas, Aido, Avis) quelle che hanno donne presidenti sono solo 4: Lila, Emergency, Medici senza frontiere, Fai (ricerca Auser 2011). A queste va certamente aggiunta Amnesty Italia che, non solo vede sia la presidenza che la direzione in mano a due donne, ma anche una parità di rappresentanza nel comitato direttivo.

Per ovviare alla disparità di genere alcune associazioni nazionali, come Arci e Acli (leggi l’intervista a Paola Vacchina vicepresidente di Acli), hanno introdotto negli statuti le cosiddette “quote rosa” ma spesso con scarsi risultati, perché le percentuali previste sono insufficienti a garantire un’equa rappresentanza oppure disattese. Poche le donne anche al governo dei Centri di servizio per il volontariato (13 donne presidenti su 77, mentre 24 sono le vicepresidenti), dove invece la forza lavoro è in prevalenza femminile (64%).

Eleonora

Questa tendenza attraversa un po’ tutto il terzo settore: il numero delle donne è, infatti, alto nelle strutture operative delle associazioni ma anche in questo caso sono spesso confinate tra i quadri inferiori, con qualche significativa eccezione, come Uisp e Legambiente che sono dirette da donne.

La presenza femminile più consistente e qualificata è nella cooperazione sociale dove le donne sono ai vertici nel 45% dei casi (soprattutto al Sud). Anche la cooperazione internazionale registra una forte numero di donne e il 2010 ha visto il ‘sorpasso’. Oggi le cooperanti sono 3440, il 52% di tutto il personale impiegato nelle Ong italiane (“Un mestiere difficile”, 2011). Non abbiamo purtroppo dati rispetto alle donne dirigenti.

Le statistiche sul volontariato ci dicono che è soprattutto il doppio impegno lavoro-famiglia a rappresentare per le donne un forte ostacolo all'azione volontaria (leggi l'articolo di Andrea Salvini). Sono, infatti, soprattutto le donne più giovani a dedicarsi al volontariato, come mostrano anche i numeri sul Servizio civile. Secondo il XIII Rapporto Cnesc il 64,7% delle domande di servizio civile sono state presentate da donne (13.238 su 20.436), percentuale simile anche tra selezionati e avviati al servizio: 5.738 donne su un totale di 8.830.

D’altra parte le donne sembrano compensare il minor tempo che possono dedicare all’attività volontaria con la propensione a donare risorse economiche al mondo non profit: dall’ultima ricerca Eurisko-Istituto italiano della donazione risulta che il 61% di chi dona è donna.

E le donne sono anche la maggioranza dei fundraiser, ovvero di chi opera nella raccolta fondi: secondo l’Associazione italiana fundraiser il 55% dei fundaraiser è donna. La fascia d'età più rappresentata è quella dai 36 ai 50 anni (45%), il 42% ha ottenuto un master, il 40% ha una laurea.

Nella foto in alto Roberta Roberti presidente associazione Eccetera e coordinatrice di Libera Prato. Nella foto in basso Eleonora Gallerini (seconda da destra), presidente Pubbliche Assistenze di Empoli, con il gruppo Lilith Centro Aiuto Donna.

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