'Sede morale' di una associazione

Domanda: 

Nel sito web di una associazione senza scopo di lucro è stato trovato il termine insolito di ‘sede morale’ distinta dall'identificazione fisica della sede legale e di quella operativa.
In una scheda descrittiva delle attività associative, parrebbe essere stata la sede dove si è celebrata la vera e propria fondazione dell'associazione in presenza di un notaio.
Che cosa significa dunque, in termini giuridici e pratici, la definizione ed identificazione di una ‘sede morale’?

Risposta: 

E' frequente che negli atti costitutivi e statuti delle associazioni (e di altre organizzazioni senza scopo di lucro) – soprattutto quelle di più antica costituzione e/o quelle aventi carattere scientifico-culturale - trovare elementi e clausole aventi valore ‘simbolico’, quindi atecnico, non rilevante, cioè, sul profilo giuridico.
Possiamo citare questi esempi: 
- ‘ente morale’ (giudizio etico sulle finalità perseguite di un ente senza scopo di lucro, che normalmente si associava al riconoscimento giuridico dello Stato o della Regione); 
- ‘presidente onorario’ (figura carismatica, storica o personaggio autorevole non dotato di nessun potere amministrativo o di rappresentanza dell'ente).
Anche, quindi, la sede morale può assumere valore evocativo – normalmente associato ad un luogo fisico prestigioso sotto il profilo storico, culturale o naturalistico – che lo statuto dell'associazione intende mettere in evidenza per i soci e i terzi, in modo da far risaltare il prestigio dell'associazione.
Riteniamo quindi che questa qualifica ‘morale' della sede abbia valore essenzialmente sul piano comunicativo.
Naturalmente, anche questa figura, può avere una rilevanza pratica; ad esempio per l'organizzazione di eventi, l'affissione di targhe, ecc.

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