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16-20 settembre 2013, Cittadini reattivi

Intervista a Rosy Battaglia, ideatrice di Cittadini reattivi

Sono più di 15.000 i siti da bonificare in Italia. In media 2 per ogni comune. Si tratta di aree industriali dismesse, discariche, impianti di estrazione dei combustibili e raffinazione, con terreni e falde acquifere inquinati da amianto, diossine, metalli pesanti, pesticidi e idrocarburi, che costituiscono una vera minaccia per la salute dell'ambiente e di milioni di italiani.
Dati allarmanti e purtroppo sottostimati, visto che si riferiscono soltanto ai siti registrati alle anagrafi. Le bonifiche, in carico a Regioni, Comuni o – per i siti di interesse nazionale – al Ministero dell'Ambiente, registrano spesso forti ritardi e mancanza di trasparenza. Accertate inoltre numerose operazioni illegali nella gestione e nello smaltimento dei contaminanti. È quanto mette in luce l'inchiesta multimediale di Cittadini reattivi, un progetto che riunisce cittadini, comitati e associazioni nella lotta per la tutela di ambiente, salute e legalità.

Ma come e perché nasce questo progetto? Lo abbiamo chiesto a Rosy Battaglia, l'ideatrice di Cittadini reattivi.

In questo panorama, che cosa ci può dire della regione Toscana? Quali sono le buone pratiche e i casi più critici registrati?

Come possono i cittadini partecipare attivamente a questo vostro progetto e diventare cittadini reattivi?

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