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Viaggio tra i volontari dei centri di ascolto

“Uomo, età tra i 31 e i 50 anni, single e più in generale solo”. Recita così il Rapporto sociale 2013/2014 di Charlie Telefono Amico di Pontedera al cui Numero Verde 800.863.096 arrivano circa 3mila telefonate l’anno. Nato nel 1990, può contare su una squadra di 30 volontari ed è in grado di raccontare, attraverso i suoi dati, l’evoluzione della società (guarda lo spot video).

“In quasi 25 anni tutto è cambiato – spiega il presidente della Fondazione Charlie Onlus, Angelo Migliarini - la situazione economica, il quadro sociale e perfino l’immaginario del nostro Paese, le tecnologie della comunicazione... Ciò che non è cambiato è il grande bisogno di essere ascoltati che emerge dalle telefonate”.

Per rispondere a questo bisogno ci sono, in Italia ed in Toscana, una galassia di “telefoni amici” nati proprio per dare ascolto, gratuitamente e nel più completo anonimato (di chi chiama e di chi riceve), a persone in sofferenza. Centinaia di volontari che ricevono migliaia di telefonate ogni anno.

Un territorio di libertà, di rispetto, di relazione, garantito da volontari formati “a riflettere sulla propria capacità di mettersi all’ascolto di persone e situazioni anche molto diverse dal proprio modo di essere… per accogliere senza giudicare, senza intromettersi”, come ci racconta in una bella intervista Marco Lunghi, presidente di Telefono Voce Amica Firenze. Una realtà nata nel 1964, mai interrotta, che festeggerà i suoi 50 anni il prossimo 18 aprile, a Palazzo Vecchio. Un patrimonio di questa città.

Un’esperienza molto intensa quella che ci raccontano i volontari con i quali abbiamo parlato. Un’esperienza che condividono con difficoltà, allenati come sono a proteggere coloro che incontrano dall’altro capo del telefono, quasi non bastasse l’anonimato a difenderli da sguardi indiscreti che potrebbero giudicare e non comprendere.

Ed è la notte a farla da padrona, quando la solitudine può diventare ansia, paura e smarrimento. “Un ascolto che nutre, che rinfranca, che rincuora”, dice ancora Marco Lunghi, “frammenti di solitudine, ossessioni ripetute senza fine, segreti”. Mai banalità però. “Una delle cose che ho imparato - continua Lunghi - è che non esiste piccola cosa di ogni giorno che non si abbia voglia di condividere con qualcuno”.

Perché sapere che qualcuno ti risponderà e ti ascolterà fa la differenza.

Grazie a tutti le volontarie e i volontari dei tanti Telefono Amico!

*L'illustrazione che accompagna questo articolo è stata donata da Francesca Barberi a Charlie Telefono Amico.

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