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I social media, le tecnologie adottate per interagire e condividere contenuti sul web, rappresentano un nuovo approccio alla comunicazione, un fenomeno dal quale ormai non si può prescindere nella considerazione di nuove strategie promozionali.

Il rapporto Nielsen “Global Faces and Networked Places” dimostra che due terzi degli utenti internet visitano blog e social network, categoria che occupa ormai quasi il 10% del tempo totale speso on line. Le Member Communities hanno superato le e-mail personali diventando la quarta categoria più visitata, dopo i motori di ricerca, i portali generalisti e i siti di software per pc.

Per quale motivo ‘non esserci' anche noi?
Nel maggio 2010 il Cesvot ha deciso di aprirsi al 'web 2.0' e investire nella partecipazione ai social media scegliendo alcuni strumenti di contatto e relazione per raggiungere le associazioni, i volontari, i Centri di Servizio d'Italia, consolidando legami già esistenti ma cercando soprattutto di crearne di nuovi.

Nel declinare in chiave 'social' i contenuti della nuova rivista Pluraliweb e più in generale delle attività del Cesvot siamo partiti da Facebook. La pagina di Pluraliweb conta oggi circa 4.600 contatti ed è il canale privilegiato per la diffusione del mensile, delle iniziative e dei servizi di Cesvot. Ma il vero valore aggiunto della piattaforma è l'interazione con altri utenti.

Dopo Facebook, Twitter: il microblog che Cesvot utilizza per lanciare in rete brevi messaggi accompagnati da un link. L'obbligo di condensare la comunicazione in 140 caratteri costringe alla sintesi e all'essenziale: pochi giorni fa Beppe Severgnini ha definito Twitter “un esercizio quotidiano di igiene mentale”.

Ma con tanti utenti e troppe informazioni, anche Facebook e Twitter rischiano di diventare un riflesso del mare magnum della comunicazione sociale: allora, per farsi seguire e rendere partecipate le notizie, sono necessarie cure costanti delle azioni sul web: esserci, mantenere i contatti, offrire contenuti di interesse. E magari scegliere in aggiunta piattaforme tematiche, che raccolgono meno adesioni, ma interlocutori più attenti, consapevoli e inclini al 'passaparola' on line.

Un esempio è Zoes, la community promossa da Fondazione Culturale Responsabilità Etica e Fondazione Sistema Toscana, nata per condividere notizie, esperienze e buone pratiche di vita e di impresa sostenibile.

Una novità arriva dalla Sardegna, dove è da poco attivo un social network progettato ad hoc: Sardegna Solidale Social, a cura del Centro Servizi Volontariato Sardegna Solidale, interamente dedicato all'associazionismo. Un'opportunità per i volontari di tutta Italia di interagire in tempo reale, creando profili, blog, forum.

Sempre al non profit è dedicato Shiny Note, un luogo dove condividere, sostenere e premiare i progetti migliori del non profit e reclutare nuovi volontari. La piattaforma sarà attiva tra poche settimane ma ha già raccolto numerosi seguaci.
Il suo slogan recita “Cambiamo il mondo, una storia alla volta”. Riusciranno i social network a cambiare il mondo del web?

Elisa Giannini è consulente Cesvot, Settore Comunicazione.
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