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A chiamare soprattutto maschi tra 36-65 anni con problemi di solitudine e relazionali

"Prima di suicidarvi, telefonatemi!". Questo il motto di Chad Varah, pastore protestante che nel 1953 creò a Londra The Samaritans Service, il primo servizio di ascolto telefonico pensato per prevenire il suicidio. "Inizialmente gestivo una sorta di consultorio – racconta Varah - e affinchè le persone pazientassero avevo assunto dei volontari che si occupavano di servire il tè. Scoprii che l’ascolto attivo che i volontari accordavano a miei visitatori era molto più efficace di ciò che potevo fare io, si trattava in sostanza di ascolto terapeutico".

Quell’idea ebbe grande fortuna e in pochi anni fece il giro del mondo. In Italia il primo servizio di ascolto telefonico nasce a Firenze nel 1964 con Voce Amica (leggi l’intervista al presidente Marco Lunghi), mentre nel 1967 viene istituita l’associazione Telefono Amico che oggi conta 700 volontari e 20 centri in tutta Italia che operano 365 giorni, festivi compresi (numero unico nazionale 199 284 284).

Due i principi che regolano l’attività di Telefono Amico: il rispetto dell’anonimato di chi chiama e di chi ascolta e il riconoscimento della piena libertà di chi si rivolge al servizio. Come si legge nella Carta Nazionale del Telefono Amico, chi chiama è rispettato e accolto nella sua totalità e nell’interezza della sua problematica, non proponendo risposte risolutive ai problemi ascoltati, quanto piuttosto mirando a metterlo nella condizione di operare liberamente le proprie scelte. Il servizio non sarà influenzato da pressioni di qualsiasi natura e sarà di conseguenza aconfessionale ed apartitico”.

Altro punto fondamentale è la gratuità: chi risponde al telefono è sempre un volontario perché, si legge ancora nella Carta, ciò garantisce “la freschezza del servizio ed evita che il volontario ascoltante cada nella professionalità specialistica”.

Telefono Amico Italia aderisce a Ifotes - International Federation Of Telephone Emergency Services, organismo che - con sede in Svizzera - raccoglie dal 1967 le associazioni nazionali dei servizi di emergenza telefonica e che il prossimo 23-24 ottobre terrà uno dei suoi meeting internazionale proprio in Italia, a Udine. Ad oggi aderiscono a Ifotes 400 centri: complessivamente contano 22mila volontari che ricevono 4 milioni di telefonate all’anno e 110mila email/chat. Sì, perché alcuni centri offrono anche un servizio via email o chat.

Come Telefono Amico che con Mail Amica - Mail@micaTAI permette a chiunque, previa registrazione, di contattare i volontari anche via email. Per garantire l’anonimato Telefono Amico non registra nome e password e l’utente può scegliere se ricevere o no risposta. Dopo 65 giorni dall’ultimo messaggio l’account viene automaticamente cancellato (per saperne di più leggi l'approfondimento su Cittadini di Twitter).

Oltre alla rete di Telefono Amico Italia, dal 1999 esiste anche il Coordinamento Telefono Amico Cevita che raccoglie 11 centri, gran parte dei quali localizzati in Piemonte, Liguria, Calabria (numero unico nazionale 02 99777), che ogni anno rispondono complessivamente ad una media di 80mila chiamate. In Lombardia tutte le linee di aiuto telefonico possono contare su un coordinamento regionale che si occupa soprattutto di promuovere la formazione dei volontari.

La Toscana può contare su tre centri: l’antesignano Voce Amica Firenze con 70 volontari, il Telefono Amico di Prato che, nato nel 1982 grazie ad un gruppo di volontarie della Misericordia, oggi conta 35 volontari e Charlie Telefono Amico fondato a Pontedera nel 1990 con 30 volontari (guarda lo spot tv e ascolta l'intervista radiofonica).

Tutti offrono ogni giorno ascolto a chi vive situazioni di disagio e solitudine. Come emerge dall’ultimo rapporto di Telefono Amico a chiamare sono soprattutto maschi (65%) tra 36 e 65 anni, con una predominanza di uomini tra 46 e 55 anni (25,6%), che vivono soli, in prevalenza pensionati (28%), seguiti dai lavoratori dipendenti (14%). I non occupati o disoccupati sono il 6%.

Nel 2013 hanno chiamato i 20 centri di Telefono Amico quasi 50mila persone (il 29% residenti nel nord est d’Italia) che tra le ragioni di questo contatto hanno indicato il bisogno di compagnia (22%). Tuttavia il 18% degli utenti non ha saputo indicare un problema specifico che forse sta a significare – scrivono nel rapporto – un disagio emotivo difficile da gestire e da comunicare.

Il 43,8% delle chiamate sono, invece, motivate da problemi della cosiddetta “area del sé” (solitudine, problemi esistenziali, cambiamenti di vita, ecc.), seguono i problemi relazionali e affettivi (13,1%) e le questioni legate alla sfera sessuale (12,7%). Interessante sottolineare che dal rapporto 2012 sembrano in aumento i problemi legati ad una infermità e alla difficoltà di assistenza di una persona non autosufficiente.
 

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