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Un consiglio prima di cominciare: se sei un’associazione che parla di donne, alle donne, per le donne, l’8 marzo “scappa dal giallo”. Nel villaggio globale della comunicazione per la Festa della Donna, tutta la strabordanza di mimosa, quel profumo leggero e costosissimo dei rametti di fiore marzolino, le pagine pubblicitarie cariche di tinte tra il “giallo canarino pallido” ed il “giallo semaforo” rischiano semplicemente l’indigesto ed inguardabile jam-effect (una marmellata che rende inguardabili marche, feste, cene…).

Non mi stancherò mai di ripetere la formula: pubblicità efficace uguale impatto per argomentazione… ma ricordo che tra i due fattori, l’impatto è certamente il principale. Tra i professionisti della comunicazione è in voga (e da più di 80 anni) un modello di costruzione dei messaggi che si chiama A.I.D.A. (acronimo che sta per Attenzione, Interesse, Desiderio, Azione): significa che prima di tutto, prima di spingere all’azione, un messaggio pubblicitario deve suscitare desiderio, il quale nasce da un interesse.

Soprattutto, questo modello (infallibile…) ci insegna che catturare l’Attenzione è l’obiettivo fondamentale, principale:  intorno all’8 di marzo, tutti quei messaggi pubblicitari che girano intorno al solito colore della mimosa, che usano la donna e la sua iconografia (anche fisica, ma non solo) diventano semplicemente inefficaci perché non sono attenzionali (un po’ come cercare di far distinguere il gusto delle proprie verdure dentro al minestrone di giornata).

Ma se nel minestrone qualcuno mette l’ingrediente che non ti aspetti (il cioccolato, per esempio), ecco che proprio il cioccolato sarà il primo gusto che sentiremo:  in quel giorno eravamo pronti al minestrone, ci aspettavamo le solite verdure, il nostro palato era già predisposto, e invece non ricorderemo altro che il cioccolato.

Con questo esempio-limite (parecchio ‘limite’…) vi invito almeno ad evitare l’omologazione, la solita distesa di petali gialli, rotondi e cotonosi e  tutte quelle loro inutili sfumature (nei testi, nelle foto, nei fondi dei manifesti o dei volantini). Basta giallo.



Prima di convincere, la pubblicità deve farsi ricordare tenendo sveglia proprio l’attenzione, e per tenerla sveglia la prima cosa da fare è svegliarla: tanta ironia e  leggerezza potrebbero non servirvi, o non essere compatibili con i vostri argomenti di comunicazione, ma se rifuggirete una banale (ed invisibile) iconografia, se vi concentrerete sui valori creando un mix vincente tra attenzione, interesse, desiderio ed azione, lo sforzo creativo vi permetterà di essere ricordati.

Lo sforzo creativo, non certo un banale punto di giallo. Alla prossima, e… fate pubblicità!!!

Ps. A mia moglie, alle mie due figlie, a tutte le mie affezionate lettrici, gli auguri per 364 giorni di grande vitalità (l’8 marzo, di solito, vi annoiate…).

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