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Intervista a Carmine Mezzacappa fondatore della charity bookshop "Dal libro alla solidarietà"

In Gran Bretagna e Usa le charity bookshop sono una realtà molto diffusa. Solo in Gran Bretagna se ne contano circa 2000 create da associazioni e ong per sostenere la propria attività e progetti di solidarietà. Gestite da volontari, qui i cittadini possono trovare libri usati di ogni genere che possono prendere con un’offerta. Luoghi dove i libri usati tornano a nuova vita generando solidarietà e socialità.

Sì, perché le librerie solidali sono anche importanti centri di aggregazione sociale e di promozione culturale, come ci tiene a precisare Carmine Mazzacappa che insieme ad un gruppo di cittadini ha fondato a Fivizzano, in Lunigiana, la prima charity bookshop italiana, la libreria “Dal libro alla solidarietà” (qui il gruppo Facebook). E Fivizzano non sembra un caso. Si tratta, infatti, di una cittadina dalla lunga tradizione culturale: qui non solo è stato stampato il primo libro con caratteri tipografici italiani mobili ma realizzata anche la prima “macchina scrivente” antesignana della macchina per la stampa in caratteri Braille.

Ma per saperne di più abbiamo intervistato Carmine Mezzacappa che venerdì 15 aprile inaugurerà a Massa, in via dei Colli, una seconda libreria solidale.

Come è nata l’idea della libreria “Dal libro alla solidarietà”?
Un gruppo di fivizzanesi sensibili e intenzionati a proporre nuovi stimoli per mantenere viva l’aggregazione (soprattutto tra i più giovani) hanno chiesto all’amministrazione comunale di concederli uno spazio per allestire una charity bookshop. In questo modo si è colmata la mancanza di una libreria ma soprattutto si è fondato un centro d’incontro dove la cultura non è pretesto per creare un circolo esclusivo ma è il veicolo per un’aggregazione ampia e armoniosa, un luogo di confronto e riflessione su temi di rilevanza sociale oltre che culturale. Il requisito fondamentale – quello che ha permesso di fare decollare il nostro progetto – è stato avere un gruppo coeso di persone che condividevano gli obiettivi etici della charity bookshop. Nel 2013, dopo una trattativa con l’amministrazione locale, abbiamo finalmente ottenuto in comodato d’uso gratuito alcuni locali di proprietà comunale (paghiamo però le utenze). Insomma, tutto è nato dalla volontà di un gruppo di persone di fare qualcosa per la città e dalla collaborazione tra questo gruppo e l’amministrazione comunale.

Diamo qualche numero per rendere l’idea del gran lavoro che svolgete. Quanti libri avete nelle due librerie di Fivizzano e Massa? E di che libri si tratta?
A Fivizzano abbiamo circa 6-7mila libri. A Massa un po’ meno, tra 4mila e 5mila. Ma abbiamo un magazzino dove ce ne sono circa 15mila. I libri sono di ogni genere: narrativa, saggistica, arte, cinema, ecologia, storia, teologia, filosofia. Abbiamo una consistente selezione di gialli. Una sezione di cui siamo particolarmente orgogliosi è quella dei libri in lingua straniera (soprattutto inglese, francese, tedesco e spagnolo ma anche lingue scandinave, lingue slave, portoghese, persino ungherese!). Abbiamo una rete di amici stranieri che contribuiscono ad alimentare questa sezione e siamo certi che sarà utile per gli studenti che potranno cimentarsi nella lettura di testi in lingua senza dovere spendere molti soldi per comprarli all’estero.

Quanti volontari conta l’associazione e che tipo di attività svolgono?
I volontari sono circa una quarantina: una trentina a Fivizzano, una decina a Massa (per il momento). Oltre alla normale attività di presenza negli orari di apertura, i nostri volontari si occupano della raccolta dei libri e dell’allestimento di banchetti in occasione di fiere dei libri nel territorio della provincia di Massa Carrara. Nel nostro statuto è dichiarato che il nostro impegno solidale è rivolto principalmente ai soggetti disagiati – anziani, malati, detenuti – ma teniamo contatti anche con scuole e biblioteche a cui abbiamo fatto consistenti donazioni di libri.

Raccogliere così tanti libri non è semplice, come fate?
Di solito sono i donatori che portano i loro libri alla nostra sede. Da quando siamo attivi, è bastato lanciare il passaparola e si è aperta una vera e propria gara a chi donava libri usati. Tutti hanno capito il valore di questa operazione che mira a difendere il valore del libro e soprattutto ad evitare lo scempio di buttarli o mandarli al macero. A volte, però, abbiamo dovuto fare lunghi viaggi per raccogliere le donazioni: Torino, Milano, Verona, per citare alcune destinazioni. Anche le case editrici ci hanno donato porzioni delle loro rimanenze di magazzino. Aggiungo un particolare importante: non solo riceviamo libri in donazione ma anche le scaffalature. Un nostro principio fondamentale è che non spendiamo nulla: chiediamo alle persone di aiutarci anche con donazioni di suppellettili. Quasi tutti gli scaffali di Fivizzano ci sono stati donati da una libreria di Carrara che aveva trasferito la sua attività altrove. Per la sede di Massa, le scaffalature ci sono state donate dai familiari di una nostra volontaria. Anche il riciclo dei materiali può essere un importante gesto di solidarietà.

Scopo della libreria è vendere i libri usati e donare il ricavato ad enti e associazioni. Fino ad oggi quanto avete raccolto e a chi avete donato?
Vorrei precisare che noi riceviamo i libri in donazione ma non li vendiamo: chiediamo un’offerta libera. Siamo una onlus, non un’attività commerciale. A tutt’oggi abbiamo raccolto circa 12mila euro. Non è una cifra enorme ma bisogna considerare che, oltre alle donazioni che abbiamo inviato a Emergency, Béthleem de Mouda, Medici con l’Africa, Mercy International, Amici di Elsa onlus, Unione Italiana Ciechi, Amici di Ampasilava, Fondazione Cardinal Maffi, Centro di documentazione dell’handicap di Carrara, abbiamo creato un luogo importante di partecipazione e aggregazione. Questi due aspetti, in effetti, sono preziosi quanto le donazioni in denaro. Tra le altre donazioni in denaro, ricordo quattro assegni di studio a titolo di contributo per acquisto libri a studenti meritevoli e in condizioni economiche disagiate scelti tra le classi terze delle scuole medie di Fivizzano. Abbiamo poi dato un contributo per l’acquisto di uno strumento per il corso a indirizzo musicale della scuola media di Fivizzano e acquistato per il reparto di Oncologia dell’Ospedale di Fivizzano un gazebo per la chemioterapia all’aperto. Proprio in questi giorni abbiamo predisposto un contributo per l’acquisto di libri a favore della biblioteca scolastica di Fivizzano. Abbiamo ovviamente fatto anche donazioni di libri, ad esempio al carcere di La Spezia (soprattutto libri in lingua spagnola), alla Caritas, alle biblioteche di Aulla e Carrara e alle scuole medie di Carrara e Massa.

Ci dica di più sulle attività culturali che promuovete in libreria...
Siamo partiti con le letture ad alta voce. La prima iniziativa di lettura è stata il Book Club: un progetto di letture bilingui in gruppi composti da italiani e persone di madre lingua inglese. Poi abbiamo organizzato concerti, presentazioni di libri, piccole mostre, laboratori, conferenze su temi sia storico-sociale sia medico-scientifici, incontri con org e associazioni come Emergency e Béthlem de Mouda, e poi convegni sulla disabilità, con Libera un incontro dedicato alle infiltrazioni mafiose e una presentazione del gruppo Parkour Running di Gaza. Da quest’anno offriamo anche ripetizioni gratuite grazie alla disponibilità di alcuni nostri volontari che di professione sono insegnanti. Una particolarità delle nostre iniziative è che, al termine di ogni evento, i volontari della nostra associazione offrono un piccolo rinfresco ai presenti per dare modo all’ospite di turno di continuare informalmente il dialogo con il pubblico. Ma è anche un modo per recuperare il valore della socialità. Per i volontari è un impegno importante ma è un metodo che dà i suoi frutti. Vogliamo, insomma, che la gente torni a frequentarsi in gruppo, incontrarsi, confrontarsi. Se le persone rimangono chiuse nel loro guscio, non è possibile progettare una vita di comunità. Infine, i nostri locali sono a disposizione anche per accogliere corsi dell’Università del tempo libero “Giovanni Fantoni” di Fivizzano. Ma sono a disposizione anche di tutte quelle associazioni esistente sul territorio che non hanno una sede. 

La vostra rete sta crescendo, tanto che venerdì 15 aprile inaugurerete una seconda sede a Massa. Avete in cantiere nuove sedi? 
Sì, siamo in trattativa con altri comuni della Lunigiana. Ma è necessario procedere con molta pazienza. Come ho già detto, per aprire una charity bookshop sono fondamentali due requisiti: l’uso di un locale in comodato d’uso gratuito e la presenza di un gruppo di volontari che possano seguire le varie attività. A Massa si sono create queste due condizioni. Qui, a differenza di Fivizzano, il nostro interlocutore è il Seminario vescovile che ci ha offerto i locali. A Massa, possiamo contare sulla collaborazione con il Circolo dei lettori, la sezione provinciale della Fedic, l’ente che a livello nazionale promuove la cultura cinematografica nelle scuole, la Biblioteca Diocesana e un gruppo di musicisti con i quali allestiremo concerti per raccogliere fondi.

Nel caso altri volessero replicare la vostra idea, cosa li consiglia di fare? 
Prima di tutto ci deve essere un gruppo di volontari propositivo, affiatato, che creda con convinzione nel progetto. Poi ci deve essere un dialogo con le istituzioni locali per ottenere un locale a titolo gratuito. Ovviamente consigliamo di affidarsi alla consulenza del Cesvot, come abbiamo fatto noi che ci siamo appoggiati alla delegazione Cesvot di Massa Carrara e a cui siamo grati per la preziosa assistenza nelle delicate procedure burocratiche. Chiunque voglia saperne di più, non solo può contattarci ma anzi saremmo felici e orgogliosi di ricevere una visita sia a Fivizzano che a Massa. La prospettiva di costruire una rete di “librerie della solidarietà” sarebbe per noi un sogno che diventa realtà. Se mi è permesso, vorrei concludere con un riferimento ad un romanzo che ha inciso profondamente nella mia educazione culturale e sociale: Fahrenheit 451, di Ray Bradbury (stupendamente adattato per il cinema da Truffaut). E’ il racconto ambientato in una società totalitaria in cui i libri vengono messi al rogo e la Resistenza contro quel regime consiste nel fare imparare a memoria i libri che sono stati bruciati ai bambini affinché la civiltà non venga cancellata proprio perché, caduto quel sistema politico, gli uomini possano ricostruire la memoria e ricominciare a vivere facendo tesoro di quella terribile esperienza. Come Bradbury, anche noi crediamo che il libro sia un bene prezioso di cui dobbiamo conservare e trasmettere il valore ai più giovani, esattamente come dobbiamo fare con il valore della solidarietà. Ecco perché esiste la nostra associazione.

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